domenica 7 marzo 2010

La legge del manifesto più azzeccato (nel senso della colla)

Stamattina c'è stata finalmente la vera e propria "discesa in campo" dei candidati sindaci.. in una giornata fredda e ventosa la qualità della colla utilizzata era fondamentale. Già gli attacchini dovevano fare tripli salti mortali per trovare un posto e non attaccare su altri manifesti di altri loro clienti che avrebbero protestato chiedendo giustamente spiegazioni sul fatto che avevano azzeccato sui loro manifesti e che non era giusto pagare un euro a manifesto se poi non si vedevano o si vedevano parzialmente.. da qui l'idea di qualche attacchino fantasioso che per non coprire hanno attaccato i manifesti a metà, lasciando liberamente scorazzare al vento l'altra metà. Così facendo si potevano vedere due manifesti in uno, perchè a secondo del verso del vento si rendeva visibile il prim o o il secondo. Insomma la straordinaria dfantasia di questi attacchini ha consentito di vincere la legge fisica della impenetrabibilità dei corpi. Due manifesti su un unico spazio. Ovviamente quando si fanno queste cose, succede che il diavolo ci mette la coda. E allora è successo che il dito ammonitore di Tonino Falco, spesso e volentieri è andato a finire nell'occhio di volta in volta del serioso Padricelli (allegria giovanotto!!!), di De Luca avvinghiato al nostro Casaburo che continua a non mettere i simboli di partito.. già e come poteva mettere quello di Rifondazione comunista se quest'ultima non appoggia De Luca alle regionali e ha candidato in alternativa il valdostano Ferrero (inteso come piemontese e valdese)? Giusto così perchè il dito ammonitore di Tonino Falco rischiava di andare da qualche altra parte, con buona pace di Tonino e degli altri... Certo si prospetta una campagna elettorale molto, ma molto divertente.

domenica 25 gennaio 2009

Come non rispondere al monito del Presidente della Repubblica..

Nel Sud la classe politica si è impoverita moralmente e culturalmente.
Questo il sostanziale durissimo monito del Capo dello Stato.
A questo si aggiungano le diverse riflessioni sulla trasformazione della politica in una “partitocrazia senza partiti”.
“Da tempo dico che è in crisi – afferma Enzo Falco, segretario provinciale dei Verdi di Caserta - il processo decisionale. Non si sa dove si prendono le decisioni sostanziali e a cosa servono ormai i partiti se manca la direzione sulle scelte strategiche”.
I fatti relativi alla Giunta comunale di Napoli, alla morte di Nugnes, alle inspiegabili dimissioni di Cardillo; quelli precedenti dei rifiuti che hanno interessato Bassolino stesso e il vertice del Commissariato straordinario con Marta Di Gennaro; le vicende legate all’inchiesta in Provincia di Caserta, quelle del Piano regolatore di Casagiove e quelle attualissime relative alle assunzioni in “Terra di Lavoro” di parenti dei consiglieri provinciali; i centinaia di Comuni sciolti per infiltrazione camorristica, principalmente tra Napoli e Caserta sono il segno evidente del “male oscuro” che attanaglia la politica di questa Regione cui ha fatto riferimento Napolitano. Che dire poi degli innumerevoli commissariamenti su materie specifiche, rifiuti, bonifiche, depurazione delle acque e, a breve ne avremo tantissimi altri per la mancata raccolta differenziata.
Ovviamente i problemi interessano anche il centro destra, con Cosentino e Landolfi, anche se ci piace guardare innanzitutto a casa propria.
“Sono garantista da sempre – conclude Falco - e credo nella presunzione d’innocenza. Ma è indubbio che c’è un problema politico complessivo che non può essere sottaciuto. Poiché credo nel primato della Politica, è la Politica stessa che deve avere un sussulto d’orgoglio, proprio dopo le forti sollecitazioni del Presidente della Repubblica. La Politica deve dare un segnale profondo di discontinuità con certe pratiche. Il centro sinistra è ancora in tempo per farlo. Al PD la prima mossa, ma nessuno può tirarsi indietro. Prima che sia troppo tardi”.

Se il grande Tony Servillo gira per Caserta in bici…

“Le nostre città – afferma Enzo Falco, segretario provinciale dei Verdi di Caserta- hanno la febbre alta. Ormai il traffico ci sommerge non solo con NOx, polveri sottili, ma le auto ci tolgono spazio vitale. Non solo nelle grandi città, ma anche nei piccoli paesi”.
Allora è davvero impressionante avere la fortuna di vedere il grande Tony Servillo girare per Caserta in bicicletta, a dispetto di ogni luogo comune che indica nella presunta “modernità” l’uso autodistruttivo delle auto.
Le nostre città continuano in un declino lento, con le strade e le piazze piene di auto, con aria irrespirabile, con i nostri monumenti “affumicati”, i nostri bambini da chiudere in casa. Quei pochi Comuni che hanno le centraline possono bloccare il traffico, o, vedi Napoli, addirittura perseguire penalmente gli automobilisti, in questa strana e paradossale schizofrenia che vede gli Enti locali inevitabilmente legati agli introiti derivanti dalle auto e viceversa l’imposizione di blocco di auto. In molti casi le centraline non funzionano e se funzionano non si sa dove stanno i dati (dove sono i dati di Caserta?), i moltissimi altri comuni che non hanno centraline che rilevano l’ossido di azoto e le pm10, continuano a far circolare fiumi di auto ad avvelenarci la vita.
Eppure lo scienziato Giuliano Toraldo di Francia ci ha ricordato da tempo che “due litri di vino non entreranno mai in una bottiglia da un litro”.
Siamo esattamente a questo paradosso.
“I Verdi sono anni che lo dicono, inascoltati – continua Falco - Non si può più vivere così. Ci vuole una vera e propria rivoluzione copernicana. E politiche conseguenti. Se Parigi compra 20.000 bici per i turisti, se Parma, Ferrara, Bolzano hanno ridotto del 40% il traffico veicolare in città, significa che è possibile farlo anche a Caserta e nelle nostre città”
“Sulla mobilità sostenibile – conclude Falco - non bisogna inventare niente; basta mandare i nostri assessori, funzionari e comandanti dei vigili a studiare tre mesi a Parma, Ferrara ecc.., ovviamente a loro spese e col treno, per non contribuire ulteriormente alle emissioni inquinanti che, peraltro, questo governo scellerato non vuole abbattere in dispegio agli accordi di Kyoto e alle politiche coerenti dei più importanti paesi europei.
Poi bisogna risolvere la crisi dell’ACMS e dei parcheggi interrati di cui Caserta ha una buona dotazione, perché le politiche devono essere integrate e condivise, assieme a tutti gli interessati a rendere più vivibili le nostre città”

“Questione Macrico e pari opportunità: due aspetti di mancata democrazia”

Quando, in campagna elettorale, con la sottoscrizione del programma amministrativo, si promette una cosa, il patto stretto con gli elettori va rispettato. E se c’è una modificazione delle condizioni date, bisogna interpellare i cittadini e spiegare il perchè non si può mantenere quell’impegno.
Questa è l’etica della politica, senza la quale si perde il senso delle cose, acuendo ulteriormente il distacco con i cittadini.
Come si fa, infatti, a giustificare le contraddizioni tra quanto si è detto e scritto nel programma elettorale e quanto invece si sta per fare nella vicenda Macrico? E’ bene richiamare, qui, quanto fu scritto nelle dichiarazioni del candidato Sindaco, Nicodemo Petteruti:
“Il Parco dei Monti Tifatini e l’Area del Macrico, la dismissione totale ed il recupero delle aree di cava, sono protagonisti di questo ragionamento e costituiscono la risorsa preziosa che dovrà assicurare ai cittadini il riequilibrio del rapporto verde/abitanti, scelleratamente sovvertito da decenni di politica urbanistica di rapina e mai seriamente preso in considerazione dalle ultime due amministrazioni.
Intendiamo osservare le seguenti priorità:
- realizzazione del Parco dei Monti Tifatini;
- acquisizione dell'area ex‑Macrico e sua destinazione a parco urbano;
- realizzazione di spazi verdi diffusi sia nel centro città che nelle periferie e nei borghi, recuperando un adeguato rapporto verde/abitante; (omissis..)
L’annosa questione del Macrico, dopo le tante inaccettabili ipotesi messe in campo negli ultimi anni, dovrà essere risolta con serietà, nell’interesse della città. Caserta ha bisogno di un grande parco verde urbano, nel quale non vi è posto per edifici abitativi, non vi è posto per uffici e strutture produttive, né, tantomeno, per infrastrutture di transito”.
E’ questo quello che si sta facendo oggi? Non ci sembra proprio e soprattutto non lo sembra ai cittadini casertani che avevano votato Petteruti anche e soprattutto per cogliere questo obiettivo di civiltà.
L’altro aspetto è legato alle pari opportunità.
Sandro de Franciscis scriveva:
“LE PARI OPPORTUNITA’ (pag. 27): rafforzare la partecipazione delle donne ai processi decisionali e la loro presenza nelle sedi della decisione politica;”
Tutti ricordano che per questo obiettivo si è dimesso durante il primo consiglio provinciale; tutti ricordano la battaglia campale avviata con l’allora segretario della Margherita, Pierino Squeglia, sul rispetto di questo obiettivo programmatico; tutti ricordano l’impegno assunto con il coordinamento donne dell’Unione a modificare lo Statuto provinciale per statuire una volta e per sempre l’organica rappresentanza delle donne nelle Istituzioni.
Lo abbiamo sostenuto, in questa battaglia, insieme all’allora segretario provinciale dei DS, Ubaldo Greco; insieme al segretario di Rifondazione comunista, Giosuè Bove; insieme al segretario dello SDI/PSE, Mimmo Dell’Aquila; insieme al Coordinamento donne dell’Unione; insieme a Emily Caserta. C’è stato sull’argomento l’autorevole espressione del Capo dello Stato.
Il Presidente della Provincia non ha mantenuto la sua promessa.
Al di là della esclusione di Maria Carmela Caiola e dei Verdi, (stante la mancanza della politica da parte del centrosinistra casertano non siamo interessati a rientrare in maggioranza) varare una Giunta con una sola donna, è venir meno al patto con gli elettori.
La domanda che poniamo è la seguente:
“Chi non rispetta il patto con gli elettori ha il diritto di continuare a governare?”

Giunta provinciale: la montagna ha partorito un topolino..

“Finalmente il “padre-padrone” della Provincia di Caserta – afferma Enzo Falco, segretario provinciale dei Verdi - ha deciso chi deve continuare e chi no a rappresentare nella Giunta provinciale i partiti del centro sinistra che lo ha fatto vincere nel 2005. Finalmente ha risolto (in realtà manca ancora l’assessore di IdV) tutte le contraddizioni con le quali abbiamo dovuto convivere in questi anni, ivi compreso il documento sottoscritto all’inizio sulla norma antitrasformismo che legava il “valore” del partito all’esito elettorale uscito dalle urne”.
Prima, alla fine del primo anno, il “padre-padrone” ci ha spiegato che non si poteva rivisitare l’Esecutivo senza fare un bilancio dell’azione politico-amministrativa. Poi ci ha costretto ad un dibattito serrato (ricordate lo scontro con Squeglia) sulla “questione femminile”: “non si può fare a meno delle donne” (sembrava la scena di Amarcord di Federico Fellini).
Mai siamo riusciti a discutere collegialmente di rifiuti, di trasporti, di brucellosi, di rendere finalmente balneabile il mare del Litorale domitio, del Macrico.
Abbiamo dovuto aspettare per due anni le tribolazioni della nascita del PD…
Pensavamo che l’elezione di Enzo Iodice a segretario provinciale ci avrebbe finalmente consentito di ridiscutere di politica. E invece non una comunicazione, non una telefonata, non un incontro. Nulla sommato a niente.
“Ovviamente non c’è alcun giudizio di valore – continua Falco - sui nomi. Anzi sarà interessante la delega all’”attuazione del programma”. Ma, sul piano politico, che valore può avere la nuova Giunta. Come si farà a risolvere la crisi del rapporto tra politica e cittadini, quella dei partiti che non contano più nulla (tranne qualche piccolo “obolo” che qualche dirigente può acquisire in una logica di “do ut des”)?”.
C’è in questo momento, nei Verdi, un forte senso di amarezza, ma anche la consapevolezza di una ritrovata libertà che si estrinsecherà in una rinnovata azione politica nella società.
Nei prossimi giorni sarà convocata una conferenza stampa.

Finalmente due iniziative concrete per gli agricoltori ed i consumatori

“Se la politica langue – afferma Enzo Falco, segretario provinciale dei Verdi - almeno si muove la società, in particolare il mondo agricolo con la bella iniziativa della Coldiretti casertana. Da tempo si parla di filiera corta e, finalmente c’è una iniziativa concreta, anzi due ed altre se ne possono aggiungere”.
E’ sotto gli occhi di tutti la grave crisi agricola che sta investendo le aziende agricole campane e i prodotti leader di questo comparto, a partire dalla mozzarella di bufala. Alla crisi che è produttiva, di commercializzazione e finanziario/bancaria fa da contraltare il fatto che i consumatori trovano sui mercati questi prodotti a costi esorbitanti. Alla fine sono penalizzate contemporaneamente le imprese agricole e gli acquirenti finali. Dove va a finire il “valore aggiunto”, cioè lo scarto tra i 5 centesimi pagati ai contadini per un mazzo d’insalata e i 2,5 euro che pagano i consumatori? Va a finire nell’infinita serie di passaggi che queste merci fanno per arrivare sulle nostre tavole. Il danno è doppio. Da un lato le imprese agricole, che hanno fatto investimenti notevoli per ammodernare le proprie aziende esponendole sul piano finanziario alle banche che oggi presentano il conto e attivano i procedimenti esecutivi di sequestro devono svendere i loro prodotti frutto del loro sudore e di un’antica sapienza; dall’altro i consumatori vengono depauperati del loro potere d’acquisto attraverso l’abnorme aumento del costo che queste merci hanno sui banconi.Anche i Sindaci, sempre pronti a riempirsi la bocca del valore dei prodotti tipici non fanno mai niente per l'agricoltura e per gli agricoltori. E invece potrebbero individuare, all'interno dei mercati, uno spazio - "il mercatino della freschezza - prodotti agricoli locali" da destinare a titolo gratuito ai contadini del luogo, oltre a sviluppare politiche si sostegno alle coltivazioni tipiche.
L’anno scorso, esattamente il 30 luglio, l’economista Mariano D’Antonio, oggi assessore regionale ai fondi europei della Regione Campania, scrisse un articolo per Il Mattino, dove sosteneva la validità ed il successo delle sagre. Un fatto nuovo “sono le sagre che si svolgono nei piccoli centri della Campania, manifestazioni dedicate alla riscoperta e alla valorizzazione di prodotti tipici locali. Le sagre attraggono i turisti, in molti casi figli e nipoti di emigranti che tornano ai loro paesi d’origine per ritrovarsi con amici e parenti, per riannodare le fila di tradizioni che richiamano identità smarrite o appannate dalla lontananza”. E, aggiungeva: “Insomma, le sagre interessano e perché, l’economia? Interessano e come! I motivi sono almeno due. Uno l’ho citato all’inizio ed è che le sagre sono manifestazioni che attraggono turisti. I turisti spendono in acquisti di prodotti locali e, se ne sono soddisfatti, diventano i punti di riferimento, i terminali di una catena di vendite che si può estendere fino ai mercati esteri. L’altro motivo di rilievo economico di queste manifestazioni, è che le sagre sono occasioni per rivitalizzare piccole imprese e relative produzioni, specie nel settore agroalimentare. L’agroalimentare è un settore di punta dell’economia campana, di grande potenziale, ma spesso è trascurato dalle politiche di sviluppo che privilegiano prodotti standardizzati (l’ultima autovettura prodotta in Italia) ovvero velleitariamente le merci che dovrebbero incorporare alta tecnologia. Largo dunque al torrone, alla carne di pecora lautacauda, ai fusilli e al caciocavallo, che sono gustosi, incorporano conoscenze sedimentate nella storia e fanno bene alla salute”.
Al di là delle discussioni sui massimi sistemi che presupporrebbero una politica “forte” e fortemente impegnata, una piccola ulteriore concreta idea può venire anche dai GAS (Gruppi di acquisto solidali). Ci sono gruppi di cittadini/consumatori che acquistano direttamente presso le aziende agricole, avendole visitate e quindi conoscendo in loco i prodotti, generalmente autoctoni e tipici, ottimizzando la domanda e l’offerta e calmierando i prezzi. Ce ne sono diversi che funzionano davvero bene, in provincia di Caserta, ma anche di Napoli. In questo modo abbiamo la quadratura del cerchio e si attiva un processo virtuoso.
Gli agricoltori vendono ad un prezzo equo ma remunerativo; i consumatori acquistano a costi equi e hanno prodotti freschi che si sa da dove vengono e non hanno fatto il giro del mondo per arrivare sulle proprie tavole; non si da spazio agli speculatori; non si inquina l’aria con gli scarichi dei camion che vanno su e giù per l’Italia a portare i peperoni prodotti a Francolise in Piemonte per riportarli come peperoni tipici di Carmagnola sui banchi del Centro commerciale di turno.
A Settembre, per merito del Presidente del Parco di Roccamonfina, avv. Raffaele Aveta, partirà un appuntamento settimanale per l’acquisto diretto dei prodotti del Parco, un’altra piccola ma grande “rivoluzione”.
“Insomma qualcosa si muove – continua Falco - in questa estate contraddistinta dal “nulla” politico. Aspettiamo con fiducia che finalmente ci si occupi di questioni concrete e si aiutino l’iniziativa messa in campo dal duo della Coldiretti, Tommaso e Marcello De Simone (coadiuvati dal non dimenticato presidente della Camera di Commercio, Gustavo Ascione), quella del mercatino dei prodotti del Parco di Roccamonfina, quelle delle sagre (la prossima è quella della cipolla di Alife), quella dei Gruppi di acquisto solidali (ad Aversa c’è l’esperienza de “la tavola rotonda”, animata da Nicola Ciccarelli e Franco Chioccola”.
La politica dovrebbe interessarsi di queste cose, invece che del “nulla” condito da sterili quanto inutili polemiche che lasciano il tempo che trovano.

“Questione Macrico e rifiuti: le contraddizioni della politica e non solo…”

“La vicenda Macrico da un lato – afferma Enzo Falco, segretario provinciale dei Verdi - e quella dei rifiuti dall’altro sono esemplificative della crisi della politica e del processo decisionale; ma sono anche rappresentative dell’incapacità del centro sinistra che governa Comune e Provincia di connettersi in modo corretto con i cittadini”.
Come si fa, infatti, a giustificare le contraddizioni tra quanto si è detto e scritto nel programma elettorale e quanto invece si sta per fare nella vicenda Macrico? E’ bene richiamare, qui, quanto fu scritto nelle dichiarazioni del candidato Sindaco, Nicodemo Petteruti: “La Nuova amministrazione perseguirà una politica del territorio lungimirante, rispettosa dell’ambiente e delle capacità insediative compatibili, tesa alla tutela e valorizzazione delle aree verdi.
Il Parco dei Monti Tifatini e l’Area del Macrico, la dismissione totale ed il recupero delle aree di cava, sono protagonisti di questo ragionamento e costituiscono la risorsa preziosa che dovrà assicurare ai cittadini il riequilibrio del rapporto verde/abitanti, scelleratamente sovvertito da decenni di politica urbanistica di rapina e mai seriamente preso in considerazione dalle ultime due amministrazioni.
Intendiamo osservare le seguenti priorità:
- realizzazione del Parco dei Monti Tifatini;
- acquisizione dell'area ex‑Macrico e sua destinazione a parco urbano;
- realizzazione di spazi verdi diffusi sia nel centro città che nelle periferie e nei borghi, recuperando un adeguato rapporto verde/abitante; (omissis..)
L’annosa questione del Macrico, dopo le tante inaccettabili ipotesi messe in campo negli ultimi anni, dovrà essere risolta con serietà, nell’interesse della città. Caserta ha bisogno di un grande parco verde urbano, nel quale non vi è posto per edifici abitativi, non vi è posto per uffici e strutture produttive, né, tantomeno, per infrastrutture di transito”.
E’ chiaro che diamo un giudizio positivo sull’attenzione posta al problema, sulla soluzione dell’esproprio che riconduce ad un valore più compatibile il costo dell’area, all’aver trovato risorse per l’acquisizione ecc.., ma, le scelte che si stanno facendo sono congrue ed in linea con quanto dichiarato ai cittadini in occasione delle elezioni? E, atteso anche un riaggiornamento del programma alla luce di fatti nuovi, questi vanno discussi con le forze politiche, con i cittadini e con le associazioni che hanno speso tanta passione su una scelta fondamentale per il futuro di Caserta? O no? Noi pensiamo di si!
“L’altro aspetto – continua Falco - di questa crisi “politica” e che riguarda la Provincia ed i Comitati di cittadini è quello sui rifiuti. Anche su questo argomento sarebbe utile una rilettura del programma presentato da de Franciscis. Ma il dato sconcertante è che, nonostante il lavoro straordinario svolto dalla nostra assessora, Maria Carmela Caiola, si continua a discutere tra sordi; tra chi non ha voluto affrontare con determinazione il problema, potendo innescare un processo virtuoso ed innovativo e chi continua a proporre l’improponibile, cioè ancora Parco Saurino. Eppure i Verdi hanno proposto da tempo una via chiara per uscire dall’emergenza ed affrontare correttamente e definitivamente il problema. Da ultimo, è stato elaborato un documento scientificamente corretto dalla task force provinciale, presieduta dalla Caiola, (il documento è consultabile sul sito della Provincia www.provincia.caserta.it, cliccando sul link dell’”Osservatorio sui rifiuti”), che ha bocciato, senza appello, la individuazione dei siti di Cava Mastroianni e di Ferrandelle, e ha offerto gli strumenti perché si possa decidere, in modo condiviso e partecipato, un’alternativa tecnicamente valida per la discarica in provincia di Caserta”.
Abbiamo aspettato con pazienza e rispetto (due anni, tra primarie, elezioni e quant’altro) il travaglio del nascente PD. Adesso c’è il Segretario provinciale, Enzo Iodice, che ha l’arduo compito di rilanciare non solo il PD ma l’intero Centrosinistra. Speriamo che questo rilancio parta da due assunti fondamentali che riguardano la possibilità di ridare credibilità alla politica:
1) che si faccia ciò che si scrive nei programmi elettorali;
2) che si ristabilisca a tutti i livelli maggiore democrazia e partecipazione, ovviamente per fare e fare bene.

Bonifiche: finalmente inizia un percorso di collaborazione tra i nuovi Commissari e le Istituzioni locali

La riunione della Commissione regionale all’ambiente sulle bonifiche della provincia di Caserta, fortemente voluta dai Verdi e da “la Sinistra, l’Arcobaleno”, tenutasi stamattina in Regione Campania, ha rappresentato una svolta nei rapporti tra i nuovi Commissari e le Istituzioni locali, Provincia e Comuni.
Intanto i nuovi Commissari che hanno riassunto in sé non solo i compiti rispetto alle bonifiche, ma anche quelle del ciclo delle acque, hanno disegnato il percorso che li vede impegnati nell’affrontare subito le emergenze, collaborare con gli Enti istituzionali, passare i poteri in tempi brevi a questi ultimi.
“Ci troviamo finalmente di fronte – afferma Enzo Falco – all’uscita a breve anche dal commissariamento alle bonifiche ed al ciclo integrato delle acque, in linea con le richieste formali avanzate dalla delibera del Consiglio provinciale sull’emergenza rifiuti. Si è capito quello che diciamo da tempo, che le bonifiche e la depurazione sono l’aspetto speculare della soluzione all’emergenza rifiuti”.
Non che manchino i problemi, legati più che altro alle procedure di caratterizzazione e di smaltimento dei materiali presenti nelle discariche da bonificare. Ma finalmente non ci sarà quel cortocircuito che ha visto i diversi soggetti in campo incapaci di interloquire e collaborare, a partire da una maggiore incidenza dell’Ente Provincia di strutturarsi per tempo per rientrare nei poteri ordinari, così come accadrà a breve per i rifiuti.
Si partirà, come è ovvio dal Foro Boario di Maddaloni, da lo Uttaro della conurbazione casertana, dalle discariche Sogeri e Parco Saurino di Santa Maria la Fossa e da la Selva di Sessa Aurunca. Poi, a seguire, tutto il territorio casertano inserito nel sito d’interesse nazionale “Litorale Dominio e Agro Aversano”, individuato dalla l.426/98.
“Nonostante il giudizio positivo – continua Enzo Falco – sulla riunione, non bisogna abbassare la guardia e tutti devono fare la loro parte, a partire dalla politica, a mio avviso troppo distratta dalle candidature delle imminenti elezioni politiche, mentre c’è un mare di cose da fare. Bisogna sviluppare un’azione coordinata a breve, medio e lungo termine su rifiuti, bonifiche e depurazione delle acque e la questione, non mi stancherò mai di ripeterlo, non dipende solo dalla buona volontà e determinazione della nostra assessora Caiola, ma dall’intera, collettiva politica provinciale. La questione riguarda tutti, anche le scelte che si dovranno fare a cascata sul controllo satellitare e fisico dei siti una volta bonificati, dalle coltivazioni che si andranno a sviluppare su quei terreni (possibilmente no food e rigeneratrici dei terreni stessi), sulla vocazione agricola che si vuole dare ai nostri territori in termini di agricoltura di qualità che dia respiro e danaro agli agricoltori che dovranno assumere sempre di più la funzione di custodi del territorio”.

Grande soddisfazione per il documento sui rifiuti

Finalmente raccolta la sollecitazione della Sinistra Arcobaleno (Verdi, PdCI, SD e PRC) a fare un salto di qualità sulla emergenza rifiuti. Siamo all’assunzione di responsabilità che chiedevamo da tempo, comprendendo la gravità della situazione che non ammette ritardi, esitazioni e inutili polemiche.
Bisognerà farlo velocemente perché i tempi sono strettissimi. E abbiamo finalmente anche una schiarita sulla questione bonifiche che viene assunta come una ulteriore priorità proprio per quei territori che nel corso di questi anni sono stati i più bistrattati.
La Provincia di Caserta, nella corretta interlocuzione con il Prefetto De Gennaro, cui darà la massima collaborazione, chiede che il suo territorio non sia più martoriato, e vuole essere protagonista della definitiva soluzione del problema con un piano o meglio una strategia di uscita definitiva dall’incubo dei rifiuti.
Avremo finalmente un Ufficio di piano che organizzerà il rientro nei poteri ordinari ed il piano stesso in combinazione con la redazione del PTCP con la più ampia partecipazione dei Comuni e delle forze sociali. Tutti saranno chiamati a dare un fattivo contributo, perché il problema è grave e si impone una collaborazione piena di tutti.
Si accompagneranno i Comuni nella effettuazione della raccolta differenziata e si definiranno i relativi impianti di servizio.
L’impegno è anche quello di reperire tutti i fondi possibili e necessari a realizzare questo percorso, ivi compresi quei fondi già impegnati dalla Regione Campania. Deve ritornare a funzionare la filiera istituzionale Comuni, Provincia, Regione Campania, Commissariato; definire la linea di marcia e poi tutti a lavorare nella stessa direzione.
Era più di un anno che sollecitavamo questo cambio di passo. Non è mai troppo tardi. Dopo l’indirizzo chiaro assunto dal Consiglio provinciale, non dobbiamo perdere neppure un minuto per incominciare a lavorare, tutti insieme a realizzarlo.

Si al piano De Gennaro, ma subito anche le bonifiche

Certo il piano di De Gennaro vede ancora penalizzata fortemente Terra di Lavoro ed in particolare Santa Maria La Fossa e tutta l’Area del basso Volturno che, passata l’emergenza vedrà anche la costruzione dell’inceneritore, ma come i Verdi hanno detto da tempo non è più tempo di polemiche, è il tempo di agire, in fretta, adesso per l’emergenza e poi per risolvere definitivamente il problema. Ne vale della dignità di tutta la Campania, ne vale la possibilità di ridare slancio alla crisi economica in cui è precipitata la regione, sul fronte del turismo e dell’agricoltura, ne vale del riscatto di una intera classe politica.
Vale la pena ricordare le innumerevoli volte in cui abbiamo lanciato il grido d’allarme sul grado della crisi, le ragioni di partire dalla riduzione e dalla raccolta differenziata. A tutti va ricordato la proposta di piano provinciale fatta ormai più di un anno fa che avrebbe evitato il disastro e avrebbe consentito di mettere in campo un processo condiviso sulla scelta di piccoli impianti di gestione della parte residuale. Ma tant’è.
“Mi sento però – afferma Enzo Falco – di solidarizzare con il Sindaco e i cittadini di Santa Maria La Fossa e dei Comuni vicini, ma chiedo un atto di responsabilità nell’accettare l’individuazione di Ferrandelle. Contemporaneamente chiedo però che parta subito la bonifica di tutta quell’area che nel giro di cinque chilometri quadrati ha tutte le discariche possibili e immaginabili, Bortolotto, Sogeri, Parco Saurino 1 e 2, Marruzzella ecc.. Se non partono subito quelle bonifiche allora davvero si metterà in campo una sorta di “accanimento terapeutico” nei confronti di quelle comunità. Non è possibile, non è decente, non è giusto. Tra le altre cose quelle discariche devono essere ancora messe in sicurezza e in quell’area bisogna che si facciano solo coltivazioni no food. Un’altra preoccupazione ci viene dal rischio di mancato completamento dell’impianto per il trattamento dell’umido di San Tammaro che sarebbe un ulteriore smacco per i Comuni che faranno la raccolta differenziata, perché costretti a mandare in Sicilia la parte umida”.
I Verdi, per queste ragioni, chiedono l’immediata istituzione di una task force provinciale tecnico-politica che lavori 24 ore su 24 alla soluzione di questi problemi e accompagni i Comuni e lo stesso Ente rispetto al rientro nei poteri ordinari.
Non vorremmo che tra 120 giorni, dopo aver invocato la fine del commissariato rifiuti, ci trovassimo punto e capo e soprattutto non pronti rispetto alla sfida di gestire la situazione in modo risoluto e ottimale.
Non vorremmo avere ragione, inascoltati, per la seconda volta.