domenica 25 gennaio 2009

“Questione Macrico e pari opportunità: due aspetti di mancata democrazia”

Quando, in campagna elettorale, con la sottoscrizione del programma amministrativo, si promette una cosa, il patto stretto con gli elettori va rispettato. E se c’è una modificazione delle condizioni date, bisogna interpellare i cittadini e spiegare il perchè non si può mantenere quell’impegno.
Questa è l’etica della politica, senza la quale si perde il senso delle cose, acuendo ulteriormente il distacco con i cittadini.
Come si fa, infatti, a giustificare le contraddizioni tra quanto si è detto e scritto nel programma elettorale e quanto invece si sta per fare nella vicenda Macrico? E’ bene richiamare, qui, quanto fu scritto nelle dichiarazioni del candidato Sindaco, Nicodemo Petteruti:
“Il Parco dei Monti Tifatini e l’Area del Macrico, la dismissione totale ed il recupero delle aree di cava, sono protagonisti di questo ragionamento e costituiscono la risorsa preziosa che dovrà assicurare ai cittadini il riequilibrio del rapporto verde/abitanti, scelleratamente sovvertito da decenni di politica urbanistica di rapina e mai seriamente preso in considerazione dalle ultime due amministrazioni.
Intendiamo osservare le seguenti priorità:
- realizzazione del Parco dei Monti Tifatini;
- acquisizione dell'area ex‑Macrico e sua destinazione a parco urbano;
- realizzazione di spazi verdi diffusi sia nel centro città che nelle periferie e nei borghi, recuperando un adeguato rapporto verde/abitante; (omissis..)
L’annosa questione del Macrico, dopo le tante inaccettabili ipotesi messe in campo negli ultimi anni, dovrà essere risolta con serietà, nell’interesse della città. Caserta ha bisogno di un grande parco verde urbano, nel quale non vi è posto per edifici abitativi, non vi è posto per uffici e strutture produttive, né, tantomeno, per infrastrutture di transito”.
E’ questo quello che si sta facendo oggi? Non ci sembra proprio e soprattutto non lo sembra ai cittadini casertani che avevano votato Petteruti anche e soprattutto per cogliere questo obiettivo di civiltà.
L’altro aspetto è legato alle pari opportunità.
Sandro de Franciscis scriveva:
“LE PARI OPPORTUNITA’ (pag. 27): rafforzare la partecipazione delle donne ai processi decisionali e la loro presenza nelle sedi della decisione politica;”
Tutti ricordano che per questo obiettivo si è dimesso durante il primo consiglio provinciale; tutti ricordano la battaglia campale avviata con l’allora segretario della Margherita, Pierino Squeglia, sul rispetto di questo obiettivo programmatico; tutti ricordano l’impegno assunto con il coordinamento donne dell’Unione a modificare lo Statuto provinciale per statuire una volta e per sempre l’organica rappresentanza delle donne nelle Istituzioni.
Lo abbiamo sostenuto, in questa battaglia, insieme all’allora segretario provinciale dei DS, Ubaldo Greco; insieme al segretario di Rifondazione comunista, Giosuè Bove; insieme al segretario dello SDI/PSE, Mimmo Dell’Aquila; insieme al Coordinamento donne dell’Unione; insieme a Emily Caserta. C’è stato sull’argomento l’autorevole espressione del Capo dello Stato.
Il Presidente della Provincia non ha mantenuto la sua promessa.
Al di là della esclusione di Maria Carmela Caiola e dei Verdi, (stante la mancanza della politica da parte del centrosinistra casertano non siamo interessati a rientrare in maggioranza) varare una Giunta con una sola donna, è venir meno al patto con gli elettori.
La domanda che poniamo è la seguente:
“Chi non rispetta il patto con gli elettori ha il diritto di continuare a governare?”