domenica 25 gennaio 2009

Come non rispondere al monito del Presidente della Repubblica..

Nel Sud la classe politica si è impoverita moralmente e culturalmente.
Questo il sostanziale durissimo monito del Capo dello Stato.
A questo si aggiungano le diverse riflessioni sulla trasformazione della politica in una “partitocrazia senza partiti”.
“Da tempo dico che è in crisi – afferma Enzo Falco, segretario provinciale dei Verdi di Caserta - il processo decisionale. Non si sa dove si prendono le decisioni sostanziali e a cosa servono ormai i partiti se manca la direzione sulle scelte strategiche”.
I fatti relativi alla Giunta comunale di Napoli, alla morte di Nugnes, alle inspiegabili dimissioni di Cardillo; quelli precedenti dei rifiuti che hanno interessato Bassolino stesso e il vertice del Commissariato straordinario con Marta Di Gennaro; le vicende legate all’inchiesta in Provincia di Caserta, quelle del Piano regolatore di Casagiove e quelle attualissime relative alle assunzioni in “Terra di Lavoro” di parenti dei consiglieri provinciali; i centinaia di Comuni sciolti per infiltrazione camorristica, principalmente tra Napoli e Caserta sono il segno evidente del “male oscuro” che attanaglia la politica di questa Regione cui ha fatto riferimento Napolitano. Che dire poi degli innumerevoli commissariamenti su materie specifiche, rifiuti, bonifiche, depurazione delle acque e, a breve ne avremo tantissimi altri per la mancata raccolta differenziata.
Ovviamente i problemi interessano anche il centro destra, con Cosentino e Landolfi, anche se ci piace guardare innanzitutto a casa propria.
“Sono garantista da sempre – conclude Falco - e credo nella presunzione d’innocenza. Ma è indubbio che c’è un problema politico complessivo che non può essere sottaciuto. Poiché credo nel primato della Politica, è la Politica stessa che deve avere un sussulto d’orgoglio, proprio dopo le forti sollecitazioni del Presidente della Repubblica. La Politica deve dare un segnale profondo di discontinuità con certe pratiche. Il centro sinistra è ancora in tempo per farlo. Al PD la prima mossa, ma nessuno può tirarsi indietro. Prima che sia troppo tardi”.

Se il grande Tony Servillo gira per Caserta in bici…

“Le nostre città – afferma Enzo Falco, segretario provinciale dei Verdi di Caserta- hanno la febbre alta. Ormai il traffico ci sommerge non solo con NOx, polveri sottili, ma le auto ci tolgono spazio vitale. Non solo nelle grandi città, ma anche nei piccoli paesi”.
Allora è davvero impressionante avere la fortuna di vedere il grande Tony Servillo girare per Caserta in bicicletta, a dispetto di ogni luogo comune che indica nella presunta “modernità” l’uso autodistruttivo delle auto.
Le nostre città continuano in un declino lento, con le strade e le piazze piene di auto, con aria irrespirabile, con i nostri monumenti “affumicati”, i nostri bambini da chiudere in casa. Quei pochi Comuni che hanno le centraline possono bloccare il traffico, o, vedi Napoli, addirittura perseguire penalmente gli automobilisti, in questa strana e paradossale schizofrenia che vede gli Enti locali inevitabilmente legati agli introiti derivanti dalle auto e viceversa l’imposizione di blocco di auto. In molti casi le centraline non funzionano e se funzionano non si sa dove stanno i dati (dove sono i dati di Caserta?), i moltissimi altri comuni che non hanno centraline che rilevano l’ossido di azoto e le pm10, continuano a far circolare fiumi di auto ad avvelenarci la vita.
Eppure lo scienziato Giuliano Toraldo di Francia ci ha ricordato da tempo che “due litri di vino non entreranno mai in una bottiglia da un litro”.
Siamo esattamente a questo paradosso.
“I Verdi sono anni che lo dicono, inascoltati – continua Falco - Non si può più vivere così. Ci vuole una vera e propria rivoluzione copernicana. E politiche conseguenti. Se Parigi compra 20.000 bici per i turisti, se Parma, Ferrara, Bolzano hanno ridotto del 40% il traffico veicolare in città, significa che è possibile farlo anche a Caserta e nelle nostre città”
“Sulla mobilità sostenibile – conclude Falco - non bisogna inventare niente; basta mandare i nostri assessori, funzionari e comandanti dei vigili a studiare tre mesi a Parma, Ferrara ecc.., ovviamente a loro spese e col treno, per non contribuire ulteriormente alle emissioni inquinanti che, peraltro, questo governo scellerato non vuole abbattere in dispegio agli accordi di Kyoto e alle politiche coerenti dei più importanti paesi europei.
Poi bisogna risolvere la crisi dell’ACMS e dei parcheggi interrati di cui Caserta ha una buona dotazione, perché le politiche devono essere integrate e condivise, assieme a tutti gli interessati a rendere più vivibili le nostre città”

“Questione Macrico e pari opportunità: due aspetti di mancata democrazia”

Quando, in campagna elettorale, con la sottoscrizione del programma amministrativo, si promette una cosa, il patto stretto con gli elettori va rispettato. E se c’è una modificazione delle condizioni date, bisogna interpellare i cittadini e spiegare il perchè non si può mantenere quell’impegno.
Questa è l’etica della politica, senza la quale si perde il senso delle cose, acuendo ulteriormente il distacco con i cittadini.
Come si fa, infatti, a giustificare le contraddizioni tra quanto si è detto e scritto nel programma elettorale e quanto invece si sta per fare nella vicenda Macrico? E’ bene richiamare, qui, quanto fu scritto nelle dichiarazioni del candidato Sindaco, Nicodemo Petteruti:
“Il Parco dei Monti Tifatini e l’Area del Macrico, la dismissione totale ed il recupero delle aree di cava, sono protagonisti di questo ragionamento e costituiscono la risorsa preziosa che dovrà assicurare ai cittadini il riequilibrio del rapporto verde/abitanti, scelleratamente sovvertito da decenni di politica urbanistica di rapina e mai seriamente preso in considerazione dalle ultime due amministrazioni.
Intendiamo osservare le seguenti priorità:
- realizzazione del Parco dei Monti Tifatini;
- acquisizione dell'area ex‑Macrico e sua destinazione a parco urbano;
- realizzazione di spazi verdi diffusi sia nel centro città che nelle periferie e nei borghi, recuperando un adeguato rapporto verde/abitante; (omissis..)
L’annosa questione del Macrico, dopo le tante inaccettabili ipotesi messe in campo negli ultimi anni, dovrà essere risolta con serietà, nell’interesse della città. Caserta ha bisogno di un grande parco verde urbano, nel quale non vi è posto per edifici abitativi, non vi è posto per uffici e strutture produttive, né, tantomeno, per infrastrutture di transito”.
E’ questo quello che si sta facendo oggi? Non ci sembra proprio e soprattutto non lo sembra ai cittadini casertani che avevano votato Petteruti anche e soprattutto per cogliere questo obiettivo di civiltà.
L’altro aspetto è legato alle pari opportunità.
Sandro de Franciscis scriveva:
“LE PARI OPPORTUNITA’ (pag. 27): rafforzare la partecipazione delle donne ai processi decisionali e la loro presenza nelle sedi della decisione politica;”
Tutti ricordano che per questo obiettivo si è dimesso durante il primo consiglio provinciale; tutti ricordano la battaglia campale avviata con l’allora segretario della Margherita, Pierino Squeglia, sul rispetto di questo obiettivo programmatico; tutti ricordano l’impegno assunto con il coordinamento donne dell’Unione a modificare lo Statuto provinciale per statuire una volta e per sempre l’organica rappresentanza delle donne nelle Istituzioni.
Lo abbiamo sostenuto, in questa battaglia, insieme all’allora segretario provinciale dei DS, Ubaldo Greco; insieme al segretario di Rifondazione comunista, Giosuè Bove; insieme al segretario dello SDI/PSE, Mimmo Dell’Aquila; insieme al Coordinamento donne dell’Unione; insieme a Emily Caserta. C’è stato sull’argomento l’autorevole espressione del Capo dello Stato.
Il Presidente della Provincia non ha mantenuto la sua promessa.
Al di là della esclusione di Maria Carmela Caiola e dei Verdi, (stante la mancanza della politica da parte del centrosinistra casertano non siamo interessati a rientrare in maggioranza) varare una Giunta con una sola donna, è venir meno al patto con gli elettori.
La domanda che poniamo è la seguente:
“Chi non rispetta il patto con gli elettori ha il diritto di continuare a governare?”

Giunta provinciale: la montagna ha partorito un topolino..

“Finalmente il “padre-padrone” della Provincia di Caserta – afferma Enzo Falco, segretario provinciale dei Verdi - ha deciso chi deve continuare e chi no a rappresentare nella Giunta provinciale i partiti del centro sinistra che lo ha fatto vincere nel 2005. Finalmente ha risolto (in realtà manca ancora l’assessore di IdV) tutte le contraddizioni con le quali abbiamo dovuto convivere in questi anni, ivi compreso il documento sottoscritto all’inizio sulla norma antitrasformismo che legava il “valore” del partito all’esito elettorale uscito dalle urne”.
Prima, alla fine del primo anno, il “padre-padrone” ci ha spiegato che non si poteva rivisitare l’Esecutivo senza fare un bilancio dell’azione politico-amministrativa. Poi ci ha costretto ad un dibattito serrato (ricordate lo scontro con Squeglia) sulla “questione femminile”: “non si può fare a meno delle donne” (sembrava la scena di Amarcord di Federico Fellini).
Mai siamo riusciti a discutere collegialmente di rifiuti, di trasporti, di brucellosi, di rendere finalmente balneabile il mare del Litorale domitio, del Macrico.
Abbiamo dovuto aspettare per due anni le tribolazioni della nascita del PD…
Pensavamo che l’elezione di Enzo Iodice a segretario provinciale ci avrebbe finalmente consentito di ridiscutere di politica. E invece non una comunicazione, non una telefonata, non un incontro. Nulla sommato a niente.
“Ovviamente non c’è alcun giudizio di valore – continua Falco - sui nomi. Anzi sarà interessante la delega all’”attuazione del programma”. Ma, sul piano politico, che valore può avere la nuova Giunta. Come si farà a risolvere la crisi del rapporto tra politica e cittadini, quella dei partiti che non contano più nulla (tranne qualche piccolo “obolo” che qualche dirigente può acquisire in una logica di “do ut des”)?”.
C’è in questo momento, nei Verdi, un forte senso di amarezza, ma anche la consapevolezza di una ritrovata libertà che si estrinsecherà in una rinnovata azione politica nella società.
Nei prossimi giorni sarà convocata una conferenza stampa.

Finalmente due iniziative concrete per gli agricoltori ed i consumatori

“Se la politica langue – afferma Enzo Falco, segretario provinciale dei Verdi - almeno si muove la società, in particolare il mondo agricolo con la bella iniziativa della Coldiretti casertana. Da tempo si parla di filiera corta e, finalmente c’è una iniziativa concreta, anzi due ed altre se ne possono aggiungere”.
E’ sotto gli occhi di tutti la grave crisi agricola che sta investendo le aziende agricole campane e i prodotti leader di questo comparto, a partire dalla mozzarella di bufala. Alla crisi che è produttiva, di commercializzazione e finanziario/bancaria fa da contraltare il fatto che i consumatori trovano sui mercati questi prodotti a costi esorbitanti. Alla fine sono penalizzate contemporaneamente le imprese agricole e gli acquirenti finali. Dove va a finire il “valore aggiunto”, cioè lo scarto tra i 5 centesimi pagati ai contadini per un mazzo d’insalata e i 2,5 euro che pagano i consumatori? Va a finire nell’infinita serie di passaggi che queste merci fanno per arrivare sulle nostre tavole. Il danno è doppio. Da un lato le imprese agricole, che hanno fatto investimenti notevoli per ammodernare le proprie aziende esponendole sul piano finanziario alle banche che oggi presentano il conto e attivano i procedimenti esecutivi di sequestro devono svendere i loro prodotti frutto del loro sudore e di un’antica sapienza; dall’altro i consumatori vengono depauperati del loro potere d’acquisto attraverso l’abnorme aumento del costo che queste merci hanno sui banconi.Anche i Sindaci, sempre pronti a riempirsi la bocca del valore dei prodotti tipici non fanno mai niente per l'agricoltura e per gli agricoltori. E invece potrebbero individuare, all'interno dei mercati, uno spazio - "il mercatino della freschezza - prodotti agricoli locali" da destinare a titolo gratuito ai contadini del luogo, oltre a sviluppare politiche si sostegno alle coltivazioni tipiche.
L’anno scorso, esattamente il 30 luglio, l’economista Mariano D’Antonio, oggi assessore regionale ai fondi europei della Regione Campania, scrisse un articolo per Il Mattino, dove sosteneva la validità ed il successo delle sagre. Un fatto nuovo “sono le sagre che si svolgono nei piccoli centri della Campania, manifestazioni dedicate alla riscoperta e alla valorizzazione di prodotti tipici locali. Le sagre attraggono i turisti, in molti casi figli e nipoti di emigranti che tornano ai loro paesi d’origine per ritrovarsi con amici e parenti, per riannodare le fila di tradizioni che richiamano identità smarrite o appannate dalla lontananza”. E, aggiungeva: “Insomma, le sagre interessano e perché, l’economia? Interessano e come! I motivi sono almeno due. Uno l’ho citato all’inizio ed è che le sagre sono manifestazioni che attraggono turisti. I turisti spendono in acquisti di prodotti locali e, se ne sono soddisfatti, diventano i punti di riferimento, i terminali di una catena di vendite che si può estendere fino ai mercati esteri. L’altro motivo di rilievo economico di queste manifestazioni, è che le sagre sono occasioni per rivitalizzare piccole imprese e relative produzioni, specie nel settore agroalimentare. L’agroalimentare è un settore di punta dell’economia campana, di grande potenziale, ma spesso è trascurato dalle politiche di sviluppo che privilegiano prodotti standardizzati (l’ultima autovettura prodotta in Italia) ovvero velleitariamente le merci che dovrebbero incorporare alta tecnologia. Largo dunque al torrone, alla carne di pecora lautacauda, ai fusilli e al caciocavallo, che sono gustosi, incorporano conoscenze sedimentate nella storia e fanno bene alla salute”.
Al di là delle discussioni sui massimi sistemi che presupporrebbero una politica “forte” e fortemente impegnata, una piccola ulteriore concreta idea può venire anche dai GAS (Gruppi di acquisto solidali). Ci sono gruppi di cittadini/consumatori che acquistano direttamente presso le aziende agricole, avendole visitate e quindi conoscendo in loco i prodotti, generalmente autoctoni e tipici, ottimizzando la domanda e l’offerta e calmierando i prezzi. Ce ne sono diversi che funzionano davvero bene, in provincia di Caserta, ma anche di Napoli. In questo modo abbiamo la quadratura del cerchio e si attiva un processo virtuoso.
Gli agricoltori vendono ad un prezzo equo ma remunerativo; i consumatori acquistano a costi equi e hanno prodotti freschi che si sa da dove vengono e non hanno fatto il giro del mondo per arrivare sulle proprie tavole; non si da spazio agli speculatori; non si inquina l’aria con gli scarichi dei camion che vanno su e giù per l’Italia a portare i peperoni prodotti a Francolise in Piemonte per riportarli come peperoni tipici di Carmagnola sui banchi del Centro commerciale di turno.
A Settembre, per merito del Presidente del Parco di Roccamonfina, avv. Raffaele Aveta, partirà un appuntamento settimanale per l’acquisto diretto dei prodotti del Parco, un’altra piccola ma grande “rivoluzione”.
“Insomma qualcosa si muove – continua Falco - in questa estate contraddistinta dal “nulla” politico. Aspettiamo con fiducia che finalmente ci si occupi di questioni concrete e si aiutino l’iniziativa messa in campo dal duo della Coldiretti, Tommaso e Marcello De Simone (coadiuvati dal non dimenticato presidente della Camera di Commercio, Gustavo Ascione), quella del mercatino dei prodotti del Parco di Roccamonfina, quelle delle sagre (la prossima è quella della cipolla di Alife), quella dei Gruppi di acquisto solidali (ad Aversa c’è l’esperienza de “la tavola rotonda”, animata da Nicola Ciccarelli e Franco Chioccola”.
La politica dovrebbe interessarsi di queste cose, invece che del “nulla” condito da sterili quanto inutili polemiche che lasciano il tempo che trovano.

“Questione Macrico e rifiuti: le contraddizioni della politica e non solo…”

“La vicenda Macrico da un lato – afferma Enzo Falco, segretario provinciale dei Verdi - e quella dei rifiuti dall’altro sono esemplificative della crisi della politica e del processo decisionale; ma sono anche rappresentative dell’incapacità del centro sinistra che governa Comune e Provincia di connettersi in modo corretto con i cittadini”.
Come si fa, infatti, a giustificare le contraddizioni tra quanto si è detto e scritto nel programma elettorale e quanto invece si sta per fare nella vicenda Macrico? E’ bene richiamare, qui, quanto fu scritto nelle dichiarazioni del candidato Sindaco, Nicodemo Petteruti: “La Nuova amministrazione perseguirà una politica del territorio lungimirante, rispettosa dell’ambiente e delle capacità insediative compatibili, tesa alla tutela e valorizzazione delle aree verdi.
Il Parco dei Monti Tifatini e l’Area del Macrico, la dismissione totale ed il recupero delle aree di cava, sono protagonisti di questo ragionamento e costituiscono la risorsa preziosa che dovrà assicurare ai cittadini il riequilibrio del rapporto verde/abitanti, scelleratamente sovvertito da decenni di politica urbanistica di rapina e mai seriamente preso in considerazione dalle ultime due amministrazioni.
Intendiamo osservare le seguenti priorità:
- realizzazione del Parco dei Monti Tifatini;
- acquisizione dell'area ex‑Macrico e sua destinazione a parco urbano;
- realizzazione di spazi verdi diffusi sia nel centro città che nelle periferie e nei borghi, recuperando un adeguato rapporto verde/abitante; (omissis..)
L’annosa questione del Macrico, dopo le tante inaccettabili ipotesi messe in campo negli ultimi anni, dovrà essere risolta con serietà, nell’interesse della città. Caserta ha bisogno di un grande parco verde urbano, nel quale non vi è posto per edifici abitativi, non vi è posto per uffici e strutture produttive, né, tantomeno, per infrastrutture di transito”.
E’ chiaro che diamo un giudizio positivo sull’attenzione posta al problema, sulla soluzione dell’esproprio che riconduce ad un valore più compatibile il costo dell’area, all’aver trovato risorse per l’acquisizione ecc.., ma, le scelte che si stanno facendo sono congrue ed in linea con quanto dichiarato ai cittadini in occasione delle elezioni? E, atteso anche un riaggiornamento del programma alla luce di fatti nuovi, questi vanno discussi con le forze politiche, con i cittadini e con le associazioni che hanno speso tanta passione su una scelta fondamentale per il futuro di Caserta? O no? Noi pensiamo di si!
“L’altro aspetto – continua Falco - di questa crisi “politica” e che riguarda la Provincia ed i Comitati di cittadini è quello sui rifiuti. Anche su questo argomento sarebbe utile una rilettura del programma presentato da de Franciscis. Ma il dato sconcertante è che, nonostante il lavoro straordinario svolto dalla nostra assessora, Maria Carmela Caiola, si continua a discutere tra sordi; tra chi non ha voluto affrontare con determinazione il problema, potendo innescare un processo virtuoso ed innovativo e chi continua a proporre l’improponibile, cioè ancora Parco Saurino. Eppure i Verdi hanno proposto da tempo una via chiara per uscire dall’emergenza ed affrontare correttamente e definitivamente il problema. Da ultimo, è stato elaborato un documento scientificamente corretto dalla task force provinciale, presieduta dalla Caiola, (il documento è consultabile sul sito della Provincia www.provincia.caserta.it, cliccando sul link dell’”Osservatorio sui rifiuti”), che ha bocciato, senza appello, la individuazione dei siti di Cava Mastroianni e di Ferrandelle, e ha offerto gli strumenti perché si possa decidere, in modo condiviso e partecipato, un’alternativa tecnicamente valida per la discarica in provincia di Caserta”.
Abbiamo aspettato con pazienza e rispetto (due anni, tra primarie, elezioni e quant’altro) il travaglio del nascente PD. Adesso c’è il Segretario provinciale, Enzo Iodice, che ha l’arduo compito di rilanciare non solo il PD ma l’intero Centrosinistra. Speriamo che questo rilancio parta da due assunti fondamentali che riguardano la possibilità di ridare credibilità alla politica:
1) che si faccia ciò che si scrive nei programmi elettorali;
2) che si ristabilisca a tutti i livelli maggiore democrazia e partecipazione, ovviamente per fare e fare bene.

Bonifiche: finalmente inizia un percorso di collaborazione tra i nuovi Commissari e le Istituzioni locali

La riunione della Commissione regionale all’ambiente sulle bonifiche della provincia di Caserta, fortemente voluta dai Verdi e da “la Sinistra, l’Arcobaleno”, tenutasi stamattina in Regione Campania, ha rappresentato una svolta nei rapporti tra i nuovi Commissari e le Istituzioni locali, Provincia e Comuni.
Intanto i nuovi Commissari che hanno riassunto in sé non solo i compiti rispetto alle bonifiche, ma anche quelle del ciclo delle acque, hanno disegnato il percorso che li vede impegnati nell’affrontare subito le emergenze, collaborare con gli Enti istituzionali, passare i poteri in tempi brevi a questi ultimi.
“Ci troviamo finalmente di fronte – afferma Enzo Falco – all’uscita a breve anche dal commissariamento alle bonifiche ed al ciclo integrato delle acque, in linea con le richieste formali avanzate dalla delibera del Consiglio provinciale sull’emergenza rifiuti. Si è capito quello che diciamo da tempo, che le bonifiche e la depurazione sono l’aspetto speculare della soluzione all’emergenza rifiuti”.
Non che manchino i problemi, legati più che altro alle procedure di caratterizzazione e di smaltimento dei materiali presenti nelle discariche da bonificare. Ma finalmente non ci sarà quel cortocircuito che ha visto i diversi soggetti in campo incapaci di interloquire e collaborare, a partire da una maggiore incidenza dell’Ente Provincia di strutturarsi per tempo per rientrare nei poteri ordinari, così come accadrà a breve per i rifiuti.
Si partirà, come è ovvio dal Foro Boario di Maddaloni, da lo Uttaro della conurbazione casertana, dalle discariche Sogeri e Parco Saurino di Santa Maria la Fossa e da la Selva di Sessa Aurunca. Poi, a seguire, tutto il territorio casertano inserito nel sito d’interesse nazionale “Litorale Dominio e Agro Aversano”, individuato dalla l.426/98.
“Nonostante il giudizio positivo – continua Enzo Falco – sulla riunione, non bisogna abbassare la guardia e tutti devono fare la loro parte, a partire dalla politica, a mio avviso troppo distratta dalle candidature delle imminenti elezioni politiche, mentre c’è un mare di cose da fare. Bisogna sviluppare un’azione coordinata a breve, medio e lungo termine su rifiuti, bonifiche e depurazione delle acque e la questione, non mi stancherò mai di ripeterlo, non dipende solo dalla buona volontà e determinazione della nostra assessora Caiola, ma dall’intera, collettiva politica provinciale. La questione riguarda tutti, anche le scelte che si dovranno fare a cascata sul controllo satellitare e fisico dei siti una volta bonificati, dalle coltivazioni che si andranno a sviluppare su quei terreni (possibilmente no food e rigeneratrici dei terreni stessi), sulla vocazione agricola che si vuole dare ai nostri territori in termini di agricoltura di qualità che dia respiro e danaro agli agricoltori che dovranno assumere sempre di più la funzione di custodi del territorio”.

Grande soddisfazione per il documento sui rifiuti

Finalmente raccolta la sollecitazione della Sinistra Arcobaleno (Verdi, PdCI, SD e PRC) a fare un salto di qualità sulla emergenza rifiuti. Siamo all’assunzione di responsabilità che chiedevamo da tempo, comprendendo la gravità della situazione che non ammette ritardi, esitazioni e inutili polemiche.
Bisognerà farlo velocemente perché i tempi sono strettissimi. E abbiamo finalmente anche una schiarita sulla questione bonifiche che viene assunta come una ulteriore priorità proprio per quei territori che nel corso di questi anni sono stati i più bistrattati.
La Provincia di Caserta, nella corretta interlocuzione con il Prefetto De Gennaro, cui darà la massima collaborazione, chiede che il suo territorio non sia più martoriato, e vuole essere protagonista della definitiva soluzione del problema con un piano o meglio una strategia di uscita definitiva dall’incubo dei rifiuti.
Avremo finalmente un Ufficio di piano che organizzerà il rientro nei poteri ordinari ed il piano stesso in combinazione con la redazione del PTCP con la più ampia partecipazione dei Comuni e delle forze sociali. Tutti saranno chiamati a dare un fattivo contributo, perché il problema è grave e si impone una collaborazione piena di tutti.
Si accompagneranno i Comuni nella effettuazione della raccolta differenziata e si definiranno i relativi impianti di servizio.
L’impegno è anche quello di reperire tutti i fondi possibili e necessari a realizzare questo percorso, ivi compresi quei fondi già impegnati dalla Regione Campania. Deve ritornare a funzionare la filiera istituzionale Comuni, Provincia, Regione Campania, Commissariato; definire la linea di marcia e poi tutti a lavorare nella stessa direzione.
Era più di un anno che sollecitavamo questo cambio di passo. Non è mai troppo tardi. Dopo l’indirizzo chiaro assunto dal Consiglio provinciale, non dobbiamo perdere neppure un minuto per incominciare a lavorare, tutti insieme a realizzarlo.

Si al piano De Gennaro, ma subito anche le bonifiche

Certo il piano di De Gennaro vede ancora penalizzata fortemente Terra di Lavoro ed in particolare Santa Maria La Fossa e tutta l’Area del basso Volturno che, passata l’emergenza vedrà anche la costruzione dell’inceneritore, ma come i Verdi hanno detto da tempo non è più tempo di polemiche, è il tempo di agire, in fretta, adesso per l’emergenza e poi per risolvere definitivamente il problema. Ne vale della dignità di tutta la Campania, ne vale la possibilità di ridare slancio alla crisi economica in cui è precipitata la regione, sul fronte del turismo e dell’agricoltura, ne vale del riscatto di una intera classe politica.
Vale la pena ricordare le innumerevoli volte in cui abbiamo lanciato il grido d’allarme sul grado della crisi, le ragioni di partire dalla riduzione e dalla raccolta differenziata. A tutti va ricordato la proposta di piano provinciale fatta ormai più di un anno fa che avrebbe evitato il disastro e avrebbe consentito di mettere in campo un processo condiviso sulla scelta di piccoli impianti di gestione della parte residuale. Ma tant’è.
“Mi sento però – afferma Enzo Falco – di solidarizzare con il Sindaco e i cittadini di Santa Maria La Fossa e dei Comuni vicini, ma chiedo un atto di responsabilità nell’accettare l’individuazione di Ferrandelle. Contemporaneamente chiedo però che parta subito la bonifica di tutta quell’area che nel giro di cinque chilometri quadrati ha tutte le discariche possibili e immaginabili, Bortolotto, Sogeri, Parco Saurino 1 e 2, Marruzzella ecc.. Se non partono subito quelle bonifiche allora davvero si metterà in campo una sorta di “accanimento terapeutico” nei confronti di quelle comunità. Non è possibile, non è decente, non è giusto. Tra le altre cose quelle discariche devono essere ancora messe in sicurezza e in quell’area bisogna che si facciano solo coltivazioni no food. Un’altra preoccupazione ci viene dal rischio di mancato completamento dell’impianto per il trattamento dell’umido di San Tammaro che sarebbe un ulteriore smacco per i Comuni che faranno la raccolta differenziata, perché costretti a mandare in Sicilia la parte umida”.
I Verdi, per queste ragioni, chiedono l’immediata istituzione di una task force provinciale tecnico-politica che lavori 24 ore su 24 alla soluzione di questi problemi e accompagni i Comuni e lo stesso Ente rispetto al rientro nei poteri ordinari.
Non vorremmo che tra 120 giorni, dopo aver invocato la fine del commissariato rifiuti, ci trovassimo punto e capo e soprattutto non pronti rispetto alla sfida di gestire la situazione in modo risoluto e ottimale.
Non vorremmo avere ragione, inascoltati, per la seconda volta.

Usciamo dall’incubo emergenza rifiuti

Rifiuti dappertutto, ecoballe dappertutto, discariche dappertutto. E non si riesce a vedere lo spiraglio di un’uscita da quest’incubo.
Lo Uttaro giustamente è chiusa (dopo che si è esaurita); Carinola continua la battaglia contro il sito di stoccaggio di ecoballe a Casanova – Le Vaglie ed il Consiglio comunale propone, a maggioranza, il sito di Carabottoli che, viceversa non va bene a Francolise; è iniziata fortissima e motivata la battaglia di Pignataro Maggiore e dei Sindaci dell’Agro Caleno. Il Presidente De Franciscis è vicino a queste battaglie in forza dei sacrifici notevoli fatti dalla provincia di Caserta sui rifiuti vecchi e nuovi e scottato dalle inadempienze proprio da parte del Commissariato (all’epoca Bertolaso) in relazione agli impegni assunti con il protocollo d’intesa firmato anche dal Sindaco Petteruti. Intanto fallisce l’ACSA CE3 ed i lavoratori non sanno che futuro li aspetta, né si sa chi gestirà la raccolta a Caserta.
Era proprio inevitabile tutto questo?
“Non vogliamo morire sotto i rifiuti – afferma Enzo Falco – né per la contaminazione ambientale dei nostri territori. Non ci stancheremo, così come facciamo da un anno, da soli prima e insieme alla Sinistra dopo, di chiedere che si discuta finalmente di un piano provinciale che affranchi la provincia di Caserta dal disastro più generale della Regione Campania. Abbiamo proposto un modello, ci si dica se va bene o se esiste un modello alternativo. Su questo bisogna chiamare a responsabilità tutti, a partire dal Commissario Pansa ”.
I Verdi chiedono di convocare subito un vertice provinciale de l’Unione cui devono partecipare non solo i segretari provinciali dei partiti del centrosinistra, ma anche tutti i consiglieri regionali, i parlamentari e i sindaci.
Una cosa non possiamo permetterci: quello di stare fermi facendo finta che il problema non esista.
Non è più tempo di differire su decisioni. Prima che sia troppo tardi.

Ambiente e sviluppo: “ricominciamo da tre”

Precisa analisi dell’economista Marco Vitale sulla provincia di Caserta che vive la condizione di avere grandi eccellenze, ma il grave problema di un contesto ambientale gravemente malato che non può presupporre i soliti “pannicelli caldi”, ma un’azione d’urto che aggredisca con forza e risolva una delle principali diseconomie.
Finalmente viene sancita la saldatura tra economia ed ecologia, imprescindibili per il rilancio dell’economia casertana, insieme ad una lotta spietata, da fare a tutti i livelli, alla criminalità organizzata.
“Allora torniamo al problema – afferma Enzo Falco - della soluzione definitiva dei rifiuti, delle bonifiche, della ricomposizione paesaggistica, della riqualificazione del litorale domitio e del suo mare. Naturalmente non partiamo da zero, ma da tre: una nuova generale consapevolezza del problema ambientale, un’attenzione più specifica degli imprenditori casertani, un nuovo protagonismo da parte della Provincia ”.
L’incontro organizzato dall’assessore Capobianco con le parti sociali è un punto di partenza fondamentale per un nuovo protagonismo dal basso orientato allo sviluppo. I 70 miliardi di dotazione messi a disposizione dai vari stumenti finanziari, a partire dal protocollo d’intesa firmato col Governo a giugno di quest’anno a finire alle ulteriori risorse regionali, sono importantissimi ma non esaustivi di quanto bisogna fare per vincere la battaglia dello sviluppo e dell’occupazione.
Ma non bisogna avere più Lo Uttaro, né Villa Literno, né Carinola, né buchi nelle montagne, ma soluzioni definitive al problema rifiuti e alle altre emergenze ambientali.
“Un piano quinquennale per l’occupazione, ha consigliato l’economista Vitale; aggiungerei come temi anche lo sviluppo e l’ambiente – conclude Enzo Falco - finalizzato all’obiettivo di un territorio dove si viva bene e dove deve essere alta la qualità della vita. Una appropriata programmazione dei fondi strutturali europei dell’Agenda 2007-2013, può metterci nelle condizioni di poterlo fare. Ma bisogna aprire un dibattito più ampio, più partecipato, a partire anche da una una riassunzione di responsabilità più incisiva da parte della “Politica””

Caserta 22.11.2007

Una prima tappa positiva per evitare lo scempio della cava a Pietravairano

Si è svolta a Napoli la seduta della Commissione Regionale per l’Ambiente, presieduta dal Consigliere dei Verdi Michele Ragosta, e richiesta dall’Assessore all’Ambiente della Provincia di Caserta Maria Carmela Caiola, sulla delocalizzazione della cava Moccia a Pietravairano.
Erano presenti i Consiglieri Regionali Oliviero, Stellato, Romano, Grimaldi, Caputo, i Sindaci di Pietravairano, Baia Latina, Pietramelara, il consigliere comunale di Pontelatone Cutillo, il Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Liri,Garigliano, Volturno D’Occhio, il Vicepresidente provinciale della Coldiretti De Simone, Maria Acquaro e Tronchera per i Comitati Civici di Pietravairano, il Capo Area del settore Lavori Pubblici della Regione Abbate, il Dirigente del Genio Civile di Caserta Di Muoio, l’Arch. Pastore del Settore Accordi di Programma della Regione, Enzo Falco presidente Provinciale dei Verdi.
Ha introdotto l’Assessore Caiola, esprimendo soddisfazione per la prima occasione di ascolto per il territorio in merito al Piano delle Attività Estrattive. Ha poi segnalato la mancanza nel PRAE della Valutazione Ambientale Strategica prevista dalla Legge Regionale Urbanistica in attuazione della Direttiva Europea n.42/01. A tale riguardo, l’Assessore Caiola ha riferito la sua proposta di segnalazione alla Commissione Europea per l’apertura del procedimento di infrazione. Ha inoltre relazionato sulla serie di vincoli e di preesistenze sul monte Monaco, interessato dalla cava e cementificio previsti, non prese in considerazione dal PRAE.
Hanno poi preso la parola il Sindaco di Pietravairano, che ha sollecitato un intervento di modifica del PRAE riguardo alla previsione dell’enorme cava e il Sindaco di Baia Latina, che ha dichiarato che la delocalizzazione distruggerebbe un’economia florida basata su agricoltura e allevamento, concetto ripreso anche dalla Col diretti con il vice presidente Tommaso De Simone.
Il Consigliere Oliviero ha proposto di portare in Consiglio Regionale una mozione per dotare il PRAE della Valutazione Ambientale Strategica e per chiedere un emendamento che eviti lo scempio del territorio, per il quale lo stesso Oliviero ha proposto l’istituzione del Parco di Monte Maggiore. Sono intervenuti tutti i Consiglieri presenti che hanno dichiarato il loro appoggio alla proposta.
Il Presidente Ragosta ha concluso la seduta impegnandosi a convocare a breve una seduta di Commissione con la presenza dell’Assessore De Luca, Commissario per l’approvazione del PRAE.
“Ancora una volta i Verdi – afferma Enzo Falco – danno prova di incidere profondamente sulle emergenze ambientali di Terra di Lavoro, con l’opera intelligente dei suoi rappresentanti istituzionali e politici. La capacità, poi, di coinvolgere in una battaglia comune, la protesta dei cittadini e dei Comitati e i referenti politici ed istituzionali, al di là dello stesso colore politico è la strada da percorrere non solo in questo caso, ma in tantissime altre questioni ancora aperte. Ma bisogna fare un salto di qualità e non giocare sempre e solo “in difesa”; dobbiamo essere capaci di prevenire le cose affrontando, in modo sistematico ed organico “la questione ambientale” in provincia di Caserta, lavorando, tutti insieme, a obiettivi certi e misurabili”.

“Tanto tuonò che piovve”. Serve subito una task force

“I Verdi – afferma Enzo Falco, Segretario provinciale - stanno chiedendo da tempo che il centrosinistra casertano affronti con determinazione il problema dei rifiuti che, al di là di visioni anche diverse su singoli aspetti, ha necessità di essere affrontato e risolto definitivamente senza aspettare demiurgiche soluzioni calate dall’alto. Ancora venerdì scorso è stato consegnato un documento a tutti i partiti de l’Unione e al Presidente de Franciscis da parte della Sinistra plurale e progressista (Verdi, Sinistra Democratica, PDCI e PRC”.
Alla fine è arrivata la chiusura de lo Uttaro e tutti siamo ripiombati nel terrore di vedere di nuovo le montagne di rifiuti per strada, probabilmente di nuovo incendiate da chi vuole creare ad arte psicosi e paure che allontanano ulteriormente una corretta soluzione.
In più qualcuno aveva visto nel Via libera al termovalorizzatore di Santa Maria la Fossa, la definitiva soluzione, senza pensare alle 40 prescrizioni tecniche poste dal Ministero dell’Ambiente che confermavano, ancora una volta, l’impostazione sbagliata del bando Rastrelli che aveva puntato su una gara alla minima tariffa e dando tutto il potere alla Fisia-Fibe, anche quella di individuare i siti, impostazione purtroppo confermata erroneamente da Bassolino.
“Al di là di quello che farà Pansa – continua Falco - serve subito una task force politico-tecnica che, nell’attesa delle decisioni della Magistratura, affronti da subito il problema di non avere rifiuti per strada e avvii il progetto provinciale per la sua definitiva soluzione”.
“Chiediamo subito – conclude Falco - un vertice de l’Unione. Anche se è agosto, anche se si è impegnati a costruire arzigogolate ingegnerie politiche, anche se la questione femminile impazza e vale in alcuni casi e non in altri, anche se ci sono continuamente altre cose a cui pensare ed altre indifferibili scadenze, il problema rifiuti viene prima di ogni altra cosa. I Verdi ci sono e danno da subito la propria disponibilità assoluta e a gratis”

Caserta, lì 03.08.2007

I Verdi chiedono di poter fare un sopralluogo alla discarica Lo Uttaro

“I Verdi – afferma Enzo Falco, Segretario provinciale - dopo la denuncia del Comitato per l’emergenza rifiuti e la risposta dei tecnici del Consorzio, chiedono di poter visitare con propri tecnici la discarica stessa. Abbiamo inviato stamattina la richiesta all’Acsa Ce3”.
Dopo tutto quanto fatto sarebbe davvero improprio che non ci fosse una gestione oculata e professionalmente all’altezza della discarica in località Lo Uttaro, verrebbe meno non solo il protocollo d’intesa ma anche l’accordo siglato in Prefettura. La differenza di posizioni potrebbe determinare un ulteriore smarrimento per le popolazioni; per questo chiediamo di poterla visitare.
“Anche al fine di evitare di aggiungere confusione a confusione – continua Falco - è necessario un controllo continuo e, se possibile, data anche la grave crisi ambientale che stiamo vivendo, contribuire a che la situazione emergenza rifiuti sia sotto controllo, a partire dalla corretta gestione della discarica e assicurando alle comunità quella attenzione che è indispensabile per recuperare credibilità alle Istituzioni. Il richiamo fatto dal Presidente della Repubblica non lascia adito a dubbi. Ciascuno deve fare la sua parte. I Verdi vogliono contribuire in positivo alla soluzione definitiva del problema che ha ormai assunto le connotazione di emergenza sanitaria. Innanzitutto una corretta gestione della discarica che dovrà ospitare solo ed esclusivamente la FOS e gli scarti di lavorazione del solo impianto CDR di Santa Maria Capua Vetere; raccolta differenziata secco/umido e immediata costruzione degli impianti per il compost di qualità; impianti a freddo e/o dissociatori molecolari per la parte residuale”

Caserta, lì 24.05.2007

Verdi: Turismo, scelta strategica di Terra di Lavoro.

“I Verdi – afferma Enzo Falco, Segretario provinciale - raccolgono il grido d’allarme di un esperto come Curari dell’EPT che lamenta la mancanza anche di guide della Città da distribuire ai tantissimi turisti che visitano la Reggia di Caserta. Da tempo stiamo sollecitando una discussione vera sulle scelte strategiche da fare sull’Agenda 2007-2013. Per noi una scelta strategica è quella di far diventare la Provincia di Caserta una meta turistica stabile approfittando della straordinaria attrazione della Reggia vanvitelliana”.
Fare una scelta strategica vuol dire incardinare in quella scelta tutto ciò che può rispondere alle esigenze di un turista attento: centri storici risanati e belli, qualità della vita, bellezza del paesaggio, enogastronomia con i prodotti del territorio, risanamento ambientale, mare balenabile, sicurezza, sviluppo industriale compatibile con l’ambiente e uso massiccio nelle aree ASI di pannelli solari, preparazione professionale dei nostri ragazzi, una comunicazione adeguata e sinergica, offerte di pacchetti diversificati per categorie e per fasce di reddito. Tutta la programmazione dei fondi europei dovrebbe girare intorno a questa scelta strategica senza buttare altri soldi in settori decotti che hanno già dimostrato per il passato una incapacità cronica a determinare sviluppo (noi preferiamo dire sviluppo sostenibile).
“Qualche giorno fa – continua Falco - al Teatro Comunale è stata ricordata la figura straordinaria di Antonello Rossi. Io ho portato la mia testimonianza su quella splendida idea di “Carmela” una vera e propria strada turistica della mela annurca. Ma ricordo pure il lavoro fatto da Antonello, funzionario del Comune di Caserta, quando, con la Giunta Bulzoni, lavorò, insieme a Luigi Veronelli, su quella bella e semplice idea che se si fosse riusciti a trattenere a Caserta, per un altro giorno, le centinaia di migliaia di turisti che, annualmente, visitano la Reggia di Caserta, si sarebbe prodotto un reddito di alcune centinaia di miliardi per gli operatori economici casertani”.
“Ma si sa – conclude Falco - i poeti come Antonello vedono prima degli altri le strade virtuose. La politica non può e non deve far cadere né i poeti, né le loro buone idee”

Caserta, lì 23.05.2007

“L’Unione ad un bivio”.

L’Unione si sta avviando progressivamente verso un baratro e, pur avendone tutti consapevolezza, nessuno riesce a fermarsi.
“Sembra di assistere – afferma Enzo Falco - al film “Gioventù bruciata” di Elia Kazan con James Dean e a quella folle corsa verso il baratro, una sorta di ossessione da “facciamoci del male”. E’ il triste destino forse della sinistra, sempre intenta a dividersi più che a trovare i valori dello stare insieme”.
Eppure quando c’è un impazzimento generale, ci deve essere pur qualcuno che dica: fermiamoci, sediamoci e verifichiamo la possibilità di far prevalere la ragione e non disperdere il sogno di centinaia di migliaia di cittadini che hanno riposto ne “L’Unione” la speranza di riscatto per la nostra terra.
“Tutti devono fare un passo indietro – continua Falco - e dimostrare che l’interesse collettivo e generale viene prima di qualunque altra cosa. Il documento che i Verdi hanno presentato ai partiti de “L’Unione” può essere una buona base di partenza. Ci sono stati apprezzamenti anche pubblici; ora bisogna passare alla sottoscrizione formale del documento e spostare l’azione politica sulle cose da fare”.
“Non ci stiamo – conclude Falco - ad assistere a questa lenta ed inesorabile agonia. Anche per questo la Federazione provinciale ha deciso di spostare il congresso in autunno, in condizioni, speriamo, di ricomposizione del quadro politico e di maggiore tranquillità”

“Raccolta differenziata ed energia solare”.

Inizia da San Felice a Cancello la campagna elettorale dei Verdi per le amministrative. Il Presidente provinciale dei Verdi, nell’apertura della campagna elettorale, lancia i due punti qualificanti dell’azione dei Verdi non solo nei Comuni che vanno al voto ma in tutti i Comuni della provincia.
“L’emergenza rifiuti – afferma Enzo Falco - ci impone un’accelerazione sul tema della raccolta differenziata, innanzitutto secco/umido col sistema “porta a porta”. Tutti i Verdi impegnati nelle amministrative e ancor più quelli impegnati nelle Istituzioni devono presentare risoluzioni, mozioni, ordini del giorno che impongano da subito il porta a porta secco/umido e l’attribuzione della responsabilità della delega ai rifiuti direttamente ai Sindaci nella loro qualità di massima autorità sanitaria locale”.
Anche quelli non presenti in Amministrazione e/o sono all’opposizione devono prendere iniziative positive su questo argomento, atteso che i Comuni che fanno la raccolta differenziata non vivono una situazione di emergenza. In più devono attivare da subito tavoli di lavoro con le associazioni ambientaliste, sindacali e agricole per indicare siti idonei a costruire impianti per il compost di qualità, utile all’agricoltura e all’emergenza, anche al fine di evitare ulteriori discariche e inceneritori. L’iniziativa presa a livello provinciale deve trasferirsi anche a livello locale ed i Verdi ne devono essere i protagonisti.
“L’altro punto di attacco – continua Falco - è fare una campagna d’informazione sull’energia solare, in coerenza con il nuovo conto energia varato dal governo e dal Ministro Alfonso Pecoraro Scanio. Gli edifici pubblici e i capannoni delle aree industriali devono riempirsi di pannelli solari, anche per dare un contributo al cambiamento del clima”.
“Bisogna coniugare, anche sul piano locale – conclude Falco - ecologia ad economia. Su questo tema è già prevista la presentazione di un manifesto/appello firmato da moltissime personalità che sarà reso pubblico a Genova il prossimo 4 e 5 maggio”

I Verdi scrivono agli altri partiti della coalizione

“Come da mandato dell’Esecutivo provinciale – afferma Enzo Falco - ho scritto ai segretari provinciali, proponendo un documento politico programmatico che possa, una volta e per sempre, assicurare quella direzione politica provinciale de “L’Unione” che è mancata fino ad ora. Solo alla fine di questo percorso i Verdi decideranno con scienza e coscienza se continuare a stare nella coalizione o uscirne”.
La nota inviata ai segretari provinciali pone l’accento non solo rispetto alle regole da darsi per definire correttamente il processo decisionale e i ruoli diversi dei partiti e delle Istituzioni, ma cerca di affrontare le questioni spinose che sono sul tappeto.
1) Bisogna da subito istituire una cabina di regia politica formata dai Segretari provinciali che si riunirà una volta al mese e comunque ogni volta che anche uno solo dei partiti della coalizione ne richiederà la convocazione; alla cabina di regia parteciperanno, a seconda dei temi trattati e comunque ogni qual volta lo ritengano, i consiglieri regionali e i parlamentari casertani dei partiti aderenti a “L’Unione”;
2) La cabina di regia politica viene convocata, di norma, dal Segretario provinciale dei DS e stabilirà le linee direttrici dell’azione politica e amministrativa in Provincia di Caserta, determinando una omogeneizzazione su tutto il territorio, prevenendo le conflittualità, le divergenze e accompagnando, nei limiti del possibile, i livelli locali verso un rafforzamento de “L’Unione” e dello spirito di coalizione; le linee politiche generali stabilite dovranno essere tradotte, attraverso un confronto costruttivo con gli organi istituzionali, in atti amministrativi;
3) Saranno calendarizzati, da subito, una serie di incontri sui seguenti temi che vanno affrontati e possibilmente risolti per step successivi entro e non oltre la fine di giugno 2007:
a) Rilancio dell’azione politico-programmatica della coalizione;
b) Assetto di giunta e questione femminile;
c) Enti strumentali (governo e politiche), a partire dal riconoscimento dei partiti non rappresentati in Giunta;
d) Questione rifiuti e necessità di elaborare da subito una strategia di uscita dall’emergenza rifiuti a partire dalla raccolta differenziata;
e) Questione brucellosi e rilancio del comparto bufalino;
f) Ricomposizione del quadro politico nei Comuni che vanno al voto attraverso accordi sui ballottaggi, accordi post elettorali e lo sviluppo di campagne elettorali all’insegna del fairplay;
g) Elaborazione di un decalogo di regole politiche che definisca meglio il “processo decisionale” e i rapporti tra le forze politiche e tra queste ultime e gli organi istituzionali e di governo della Provincia;
h) Questione politico/programmatica al Comune di Caserta
i) PTCP e questione urbanistica, in particolare sulla “pressione” demografica che continua a esercitare Napoli su Caserta;
j) Fondi strutturali europei – Agenda 2007 – 2013 - Scelte strategiche per lo sviluppo;
k) Trasporto pubblico locale;
l) ATO 5 e questione acqua pubblica
4) Sul punto j) sarà organizzato un seminario aperto alle forze politiche, sociali ed economiche, ampliando e puntualizzando le strategie per lo sviluppo di Terra di Lavoro;
5) A Settembre sarà organizzato un seminario partecipato sui primi due anni dell’Amministrazione provinciale: bilancio e prospettive;
6) A partire da gennaio 2008 saranno organizzate iniziative politiche de “L’Unione” nei maggiori centri della provincia di Caserta con i diversi leader nazionali dei diversi partiti della coalizione e con tutti i segretari provinciali.
“Nessuno tiri per la giacca i Verdi – continua Falco - né metta ad arte in discussioni questioni che non attengano alla politica. Maria Carmela Caiola è l’assessore dei Verdi in Giunta e sta lavorando insieme al partito a definire azioni fondamentali per il rilancio della questione ambientale in Provincia di Caserta. Un partito è come una squadra che lavora insieme, al di là dei ruoli che si ricoprono. La posizione dei Verdi è chiara e limpidamente espressa in tutte le sedi. Alla fine del percorso capiremo cosa fare e non certo perché questo o quello decide al posto degli organismi preposti. I Verdi hanno fatto una battaglia campale contro l’apertura de “Lo Uttaro” ed il sottoscritto era sulla presidio la notte dello sgombero forzato, insieme al segretario provinciale di Rifondazione Bove, anche a garanzia che nessuno, dico nessuno, si facesse male, a differenza di molti “radicali” che probabilmente erano a casa a dormire. E’ paradossale che si attacchino proprio i partiti che hanno garantito non solo il presidio ma la presenza, peraltro discreta e non prevaricante, in tutte le fasi calde e pericolose assumendo un atteggiamento di grande responsabilità ”.
“I Verdi sono impegnati da subito – conclude Falco - a che non ci siano più situazioni come lo Uttaro, né a San Nicola la Strada, né in nessun altro comune della provincia e si risolva davvero il problema di rifiuti in provincia di Caserta. Chi guarda solo il proprio orticello e non si pone il problema della prospettiva a medio/lungo termine non ha capito cosa sia fare politica. Intanto ho già convocato il congresso provinciale straordinario il 12 maggio p.v.”

I Verdi scrivono agli altri partiti della coalizione

“Come da mandato dell’Esecutivo provinciale – afferma Enzo Falco - ho scritto ai segretari provinciali, proponendo un documento politico programmatico che possa, una volta e per sempre, assicurare quella direzione politica provinciale de “L’Unione” che è mancata fino ad ora. Solo alla fine di questo percorso i Verdi decideranno con scienza e coscienza se continuare a stare nella coalizione o uscirne”.
La nota inviata ai segretari provinciali pone l’accento non solo rispetto alle regole da darsi per definire correttamente il processo decisionale e i ruoli diversi dei partiti e delle Istituzioni, ma cerca di affrontare le questioni spinose che sono sul tappeto.
1) Bisogna da subito istituire una cabina di regia politica formata dai Segretari provinciali che si riunirà una volta al mese e comunque ogni volta che anche uno solo dei partiti della coalizione ne richiederà la convocazione; alla cabina di regia parteciperanno, a seconda dei temi trattati e comunque ogni qual volta lo ritengano, i consiglieri regionali e i parlamentari casertani dei partiti aderenti a “L’Unione”;
2) La cabina di regia politica viene convocata, di norma, dal Segretario provinciale dei DS e stabilirà le linee direttrici dell’azione politica e amministrativa in Provincia di Caserta, determinando una omogeneizzazione su tutto il territorio, prevenendo le conflittualità, le divergenze e accompagnando, nei limiti del possibile, i livelli locali verso un rafforzamento de “L’Unione” e dello spirito di coalizione; le linee politiche generali stabilite dovranno essere tradotte, attraverso un confronto costruttivo con gli organi istituzionali, in atti amministrativi;
3) Saranno calendarizzati, da subito, una serie di incontri sui seguenti temi che vanno affrontati e possibilmente risolti per step successivi entro e non oltre la fine di giugno 2007:
a) Rilancio dell’azione politico-programmatica della coalizione;
b) Assetto di giunta e questione femminile;
c) Enti strumentali (governo e politiche), a partire dal riconoscimento dei partiti non rappresentati in Giunta;
d) Questione rifiuti e necessità di elaborare da subito una strategia di uscita dall’emergenza rifiuti a partire dalla raccolta differenziata;
e) Questione brucellosi e rilancio del comparto bufalino;
f) Ricomposizione del quadro politico nei Comuni che vanno al voto attraverso accordi sui ballottaggi, accordi post elettorali e lo sviluppo di campagne elettorali all’insegna del fairplay;
g) Elaborazione di un decalogo di regole politiche che definisca meglio il “processo decisionale” e i rapporti tra le forze politiche e tra queste ultime e gli organi istituzionali e di governo della Provincia;
h) Questione politico/programmatica al Comune di Caserta
i) PTCP e questione urbanistica, in particolare sulla “pressione” demografica che continua a esercitare Napoli su Caserta;
j) Fondi strutturali europei – Agenda 2007 – 2013 - Scelte strategiche per lo sviluppo;
k) Trasporto pubblico locale;
l) ATO 5 e questione acqua pubblica
4) Sul punto j) sarà organizzato un seminario aperto alle forze politiche, sociali ed economiche, ampliando e puntualizzando le strategie per lo sviluppo di Terra di Lavoro;
5) A Settembre sarà organizzato un seminario partecipato sui primi due anni dell’Amministrazione provinciale: bilancio e prospettive;
6) A partire da gennaio 2008 saranno organizzate iniziative politiche de “L’Unione” nei maggiori centri della provincia di Caserta con i diversi leader nazionali dei diversi partiti della coalizione e con tutti i segretari provinciali.
“Nessuno tiri per la giacca i Verdi – continua Falco - né metta ad arte in discussioni questioni che non attengano alla politica. Maria Carmela Caiola è l’assessore dei Verdi in Giunta e sta lavorando insieme al partito a definire azioni fondamentali per il rilancio della questione ambientale in Provincia di Caserta. Un partito è come una squadra che lavora insieme, al di là dei ruoli che si ricoprono. La posizione dei Verdi è chiara e limpidamente espressa in tutte le sedi. Alla fine del percorso capiremo cosa fare e non certo perché questo o quello decide al posto degli organismi preposti. I Verdi hanno fatto una battaglia campale contro l’apertura de “Lo Uttaro” ed il sottoscritto era sulla presidio la notte dello sgombero forzato, insieme al segretario provinciale di Rifondazione Bove, anche a garanzia che nessuno, dico nessuno, si facesse male, a differenza di molti “radicali” che probabilmente erano a casa a dormire. E’ paradossale che si attacchino proprio i partiti che hanno garantito non solo il presidio ma la presenza, peraltro discreta e non prevaricante, in tutte le fasi calde e pericolose assumendo un atteggiamento di grande responsabilità ”.
“I Verdi sono impegnati da subito – conclude Falco - a che non ci siano più situazioni come lo Uttaro, né a San Nicola la Strada, né in nessun altro comune della provincia e si risolva davvero il problema di rifiuti in provincia di Caserta. Chi guarda solo il proprio orticello e non si pone il problema della prospettiva a medio/lungo termine non ha capito cosa sia fare politica. Intanto ho già convocato il congresso provinciale straordinario il 12 maggio p.v.”

Convocato l’Esecutivo provinciale lunedì sera: in discussione la presenza dei Verdi nell’Amministrazione provinciale

Convocato con urgenza l’Esecutivo provinciale dei Verdi, lunedì sera alle ore 20,00, presso la sede di Santa Maria Capua Vetere. In discussione la permanenza nell’Amministrazione provinciale.
“Siamo molto preoccupati per quanto sta succedendo in Provincia – afferma Enzo Falco - e, il grido d’allarme che stiamo lanciando da tempo sulla necessità di dare risposte “politiche” ai problemi che abbiamo di fronte è rimasto sostanzialmente inascoltato”.
Già nella risposta data alla nota della Margherita si evidenziava una sostanziale incapacità della “politica” di affrontare i nodi che sono al tempo stesso politici e programmatici. La Margherita ha preannunciato di non votare il bilancio; la questione rifiuti nessuno vuole affrontarla correttamente e definitivamente; i trattori invadono la città e, da tempo i Verdi, hanno espresso le preoccupazioni per un comparto produttivo decisivo per l’intera economia di Terra di Lavoro; non c’è stata e non c’è una discussione di merito sulla programmazione legata ai nuovi fondi europei che rappresentano forse l’ultima possibilità per garantire sviluppo e lavoro; non è stata ancora risolta la questione del governo e delle politiche degli Enti; al Comune di Caserta non ci invitano nemmeno alle riunioni; c’è grande incertezza sul futuro del Macrico e del Parco dei Monti Tifatini.
In una situazione del genere dove nessuno prede iniziative e/o ha il coraggio di aprire una crisi formale, allora saranno i Verdi a farlo.
“Da qui la necessità di una convocazione urgente dell’Esecutivo provinciale – conclude Falco – che sarà chiamato a decidere. Ci vuole un atto di coraggio. Nonostante le nostre difficoltà di piccola forza che rischia anche di perdere l’unico assessore che ha, non possiamo sottrarci dal dare uno scossone alla politica casertana”.

La soluzione sui rifiuti che non c’è

Agli organi di stampa

Caro Direttore,
il tema dei rifiuti è da tempo al centro del dibattito per la sua drammaticità, ma stenta a decollare, oscillando tra le proteste delle Comunità e la necessità di accelerazioni che ci portino alla soluzione definitiva del problema. La Politica non riesce a dare una risposta, seria e pacata, agli enormi interrogativi sulla discarica lo Uttaro e, soprattutto sul termovalorizzatore di Santa Maria La Fossa.
Capisco che la situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo porta a formulare le soluzioni più apparentemente facili: il termovalorizzatore di Acerra è quasi finito, costruiamo velocemente (4 anni?) quello di Santa Maria La Fossa e risolviamo il problema definitivamente. Purtroppo non sempre le scorciatoie velocizzano le soluzioni. Vedi a tal proposito la scorciatoia del Piano Rastrelli (continuato da Bassolino) che s’era inventato che la ditta vincitrice dell’appalto dovesse indicare i siti dove costruire gli impianti. Si è visto il sostanziale fallimento di quella impostazione. Ciò che si voleva fare velocemente è diventato un disastro politico, economico che non ha ancora risolto, a distanza di anni, nulla. E non mi si venga a dire che l’emergenza dipende dalla mancanza dei termovalorizzatori.
Il CRD prodotto non è CDR. Su cento che entra negli impianti, settanta deve andare in discarica.
I termovalorizzatori progettati per bruciare CDR non possono bruciare ciò che non lo è.
E’ come se in un’auto progettata per funzionare a benzina, ci mettiamo kerosene. Non funzionerebbe.
Nessuno dice che l’aria campana è caratterizzata da un superamento costante dei limiti di ossido di azoto e di polveri sottili, né le realizzazioni previste risultano compatibili con il Piano regionale di Qualità dell’Aria adottato dalla Regione Campania, un adempimento dovuto a norme comunitarie (qualcuno ricorderà la trasmissione Report sull’argomento).
Non c’è alcuna previsione sulla incidenza di queste realizzazione sulle aree SIC, altro adempimento previsto dalle norme comunitarie, assolutamente non derogabile.
Che cosa dire, poi, della assoluta mancanza della rete di monitoraggio della qualità dell’aria che è presupposto fondamentale per rispondere alle legittime richieste delle popolazioni che, in mancanza, si sentono assolutamente abbandonati a se stessi e alle numerose patologie presenti in quest’area a nord di Napoli e a sud di Caserta, dal Nolano al Litorale Dominio, che è la più inquinata della Regione? Che dire del comparto agricolo di quest’area che rischia di scomparire definitivamente?
Non mi sfugge la necessità, in questo quadro fosco, di trovare velocemente una soluzione. E ulteriori sacrifici che si chiedono a cittadini già penalizzati da anni di presenza di discariche può avere senso solo di fronte ad una soluzione definitiva del problema e garanzie di tutela della salute.
La provincia di Caserta produce annualmente circa 450.000 tonnellate di rifiuti.
E’ obbligo di legge, anche l’ultimo decreto sull’emergenza rifiuti lo sancisce con forza, fare la raccolta differenziata. Si faccia, quindi, subito una raccolta con due buste secco/umido e col sistema “porta a porta”, in modo tale che l’umido, che è la frazione più problematica, quella che puzza, vada trattato a parte in piccoli impianti di compost di qualità (ce ne sono già alcuni in costruzione e, eventualmente per farne di nuovi, ci vogliono due/tre mesi). La frazione secca può andare nell’impianto CDR di Santa Maria Capua Vetere che, alleggerito della frazione umida può funzionare correttamente e fare un CDR di maggiore qualità. Nel tempo è possibile affinare ulteriormente il recupero di altre frazioni utilizzabili. La parte restante va trattata, tra le possibili soluzioni, in quattro/cinque dissociatori molecolari, per esempio uno per ciascun Bacino, che hanno il merito di non inquinare e possono essere realizzati in quattro mesi. Naturalmente per il finanziamento di tali impianti si può ricorrere al project financing, ma la gestione deve restare pubblica, ad esempio una società mista pubblico/privata con il controllo della Provincia di Caserta.
Tutto questo va deciso celermente e, a mio avviso, è la Provincia di Caserta che deve assumere il ruolo di protagonista, partendo dalla redazione (due mesi) di un nuovo piano provinciale dei rifiuti, chiedendo di sospendere, nell’attesa del piano, l’approvazione della VIA del termovalorizzatore di Santa Maria La Fossa. Quindi gli impianti che servono (e che possono essere costruiti in tempi brevi) sono: impianti di compost per la frazione umida, isole ecologiche, piattaforme per gli ingombranti, una discarica di servizio e i dissociatori molecolari o altri impianti di trattamento a freddo.
Restano altre due questioni da affrontare nel piano.
La prima è che l’individuazione dei siti anche per questi piccoli impianti va fatta in collaborazione e col consenso delle comunità locali. La Provincia di Torino ha individuato i siti attraverso un percorso partecipativo di Agenda 21 locale.
L’altra, fondamentale, è garantire il corretto funzionamento degli stessi, con reti di controllo oggettivo, mettendo i dati a disposizione dei cittadini.
Può la Politica affrontare e risolvere una volta e per sempre questo problema, riappropriandosi del potere di decidere delle sorti e del destino di Terra di Lavoro?
Cordialmente
Enzo Falco
Presidente provinciale dei Verdi

Verdi: No alle ecoballe nelle cave e a rifiuti tal quale nelle discariche.

Rifiuti. In seguito alla riapertura della discarica Lo Uttaro e all’accordo siglato tra Bertolaso, Petteruti e De Franciscis intervengono i Verdi.
“I Verdi – afferma il presidente provinciale Enzo Falco – contrari alla riapertura delle discariche, hanno considerato tale scelta plausibile solo in considerazione della drammatica emergenza che vede le città di Terra di Lavoro invase dai rifiuti. Una scelta a cui però vanno aggiunti dei seri progetti di sviluppo per i comuni ospitanti i siti e delle garanzie per i territori interessati, a partire dalla realizzazione di “cinture ecologiche” fatte di alberi. Al contempo ci sono da chiarire alcuni punti sui quali i Verdi non hanno alcun dubbio.” Un secco no arriva infatti dai Verdi in merito alla paventata ipotesi di depositare le ecoballe nelle cave in quanto è altissimo il rischio che il percolato possa inquinare le falde. No anche al conferimento di rifiuto tal quale nei siti di stoccaggio provvisori che più volte si sono trasformati in discariche in maniera definitiva.
“I Verdi – continua Falco – sostengono con determinazione il progetto di provincializzazione del ciclo dei rifiuti ritenendo che questo debba arrivare nei tempi più rapidi possibili e che si basi sulla riduzione, sul recupero e sul riciclaggio della materia. Occorre effettuare un censimento di tutti gli impianti di riciclaggio e compostaggio di qualità presenti sul suolo provinciale, elaborare un progetto di Agenda 21 Locale che trovi la massima condivisione da parte delle comunità locali nell’ospitare gli impianti, verificare fino in fondo l’efficacia dei Dissociatori Molecolari, che hanno tra le altre cose, il pregio della flessibilità nel dimensionamento, senza creare mostri come l’inceneritore di Santa Maria La Fossa che dovrà essere archiviato definitivamente”.
“Nel giro di un anno – conclude Falco – la Provincia di Caserta deve risolvere definitivamente il problema dei rifiuti”.
Il 24 Novembre i Verdi terranno un convegno a Maddaloni dove presenteranno le loro proposte in video conferenza con il consigliere regionale della Toscana Fabio Roggiolani, responsabile nazionale dei Verdi per l’energia.

I Verdi chiedono chiarezza e decisioni condivise

“Non esiste un centrosinistra – afferma Enzo Falco - che vince ma non affronta collegialmente i nodi politici ed amministrativi di Terra di Lavoro, risolvendoli. I cittadini ci hanno dato la vittoria perchè vogliono una discontinuità con i governi di destra che non hanno risolto nessun problema. E’ ora di dare le risposte che aspettano da anni ”.
L’Esecutivo ed il Consiglio Federale provinciale hanno approvato la relazione del Presidente provinciale che passa al contrattacco e pone con forza agli alleati:
- la necessità di dare subito soluzione al governo della Città di Caserta, riconoscendo ai Verdi il ruolo politico svolto;
- la necessità di creare una direzione politica provinciale che detti le linee per dare soluzione ai numerosi problemi del territorio provinciale a partire dalla questione ambientale e dall’emergenza rifiuti;
- la necessità del rilancio dell’ACMS e del trasporto pubblico in linea con i principi della mobilità sostenibile;
- la individuazione nel sistema dei parchi regionali, considerando anche il nodo Macrico e cave, insieme ad un rilancio dell’agricoltura, la soluzione sperimentale più efficace per uno sviluppo sostenibile ed ecocompatibile;
- la redazione del PTCP, a completamento del lavoro fatto con il PTR, come quadro di riferimento puntuale, non solo sul piano urbanistico, per un diverso sviluppo territoriale.
“E’ ovvio che – dichiara Lello Aveta - se l’UNIONE non affronta questi nodi, i Verdi potranno decidere anche di uscire dalle maggioranze nei Comuni dove sono presenti. Speriamo che prevalga il senso di responsabilità e la capacità politica del centrosinistra di rilanciare l’azione politico-programmatica nella nostra provincia”.

I Verdi coerentemente a supporto di Petteruti

“I Verdi salutano con entusiasmo – afferma Enzo Falco - l’apparentamento dell’intero centrosinistra casertano a supporto di Petteruti. Nonostante questo penalizzi la possibilità per i Verdi di avere un consigliere comunale, hanno lavorato e continueranno a lavorare per unificare e rilanciare il centrosinistra casertano e far vincere Petteruti al ballottaggio”.
Il bene della città e dei cittadini di Caserta viene prima di ogni altra cosa, anche della legittima aspirazione ad avere un consigliere comunale a rappresentare gli interessi di partito nel Consiglio comunale di Caserta.
La priorità per tutti è di sconfiggere il centrodestra che ha governato, male, dieci anni e di assicurare un governo capace di ridare la speranza ai casertani di vivere in una città più bella e più vivibile, che affronti e risolva gli annosi problemi della “città pubblica”, del Macrico, delle cave, del Parco dei Monti Tifatini, di una mobilità urbana sostenibile.
“Petteruti – continua Falco - e la maggioranza di centrosinistra possono dare questa svolta. Per questo i Verdi, favorendo l’aggregazione completa del centrosinistra, anche se li vedrà penalizzati, sosterranno con forza e con maggiore passione la vittoria finale di Petteruti che sarà il Sindaco di tutti i casertani. Nel ringraziare gli elettori che hanno voluto scegliere i Verdi, garantendo un piccolo ma significativo contributo, colgono l’occasione per ringraziare anche Gainfranco Alois e i partiti che lo hanno sostenuto per lo spirito che, all’indomani della consultazione elettorale, li ha visti immediatamente prendere posizione a favore di Petteruti. “Tutto bene ciò che finisce bene” e il finale sarà Petteruti Sindaco di Caserta e la vittoria del centrosinistra ”.

Le città sempre più malate: oltre allo smog, ci mancavano solo i rifiuti

“Le nostre città – afferma Enzo Falco, candidato al Senato - hanno la febbre alta. Ci mancavano solo i rifiuti per strada. Non sono bastati, quest’inverno i dati sullo slog e sulle polveri sottili, col caldo non potevano mancare le immagini di rifiuti che si accostano meravigliosamente ai nostri beni architettonici, ai nostri bellissimi centri storici”.
Di questo dovremmo parlare in questa campagna elettorale, e più ancora nelle prossime amministrative. E invece, in questa strana campagna elettorale tutta televisiva, così come del resto voleva Berlusconi, si parla di “bambini bolliti”, della lotta disperata di “un uomo contro tutti”, che continua a dire tutto va bene.
Eppure le nostre città continuano in un declino lento, con le strade e le piazze piene di auto, con aria irrespirabile, con i nostri monumenti “affumicati”, i nostri bambini da chiudere in casa e, per quei pochi Comuni che hanno le centraline, si può bloccare il traffico. Quelli, la maggioranza, che non hanno centraline che rilevano l’ossido di azoto e le pm10, continuano a far circolare fiumi di auto ad avvelenarci la vita e a toglierci spazio vitale.
Adesso abbiamo i rifiuti per strada e ci vuole il Commissario straordinario Catenacci a dover dire che gli impianti di CDR si fermano perché i Comuni non fanno la raccolta differenziata, perché “c’è troppa immondizia nella spazzatura”.
“I Verdi sono anni che lo dicono, inascoltati – continua Falco - Non si può più vivere così. Ci vuole una vera e propria rivoluzione copernicana. Ci vuole un governo nazionale che accompagni i governi locali ad intervenire a monte dei problemi: raccolta differenziata, meno imballaggi, riutilizzo delle merci, mobilità sostenibile. Ridiamo vita alle nostre città, ridiamo aria ai nostri cittadini.”
“Tutto questo lo può fare solo il governo dell’Unione – aggiunge Lello Aveta, candidato alla Camera - Tutto questo lo può fare solo chi come i Verdi combatte da anni per uno sviluppo sostenibile”

La lotta alla camorra è una delle priorità dei Verdi

“La lotta alla camorra – afferma Enzo Falco - in particolare in provincia di Caserta è una priorità dei Verdi perché è una battaglia per la salvaguardia dell’ambiente”.
Libera ci ha ricordato, con la iniziativa del 21 marzo, le vittime di tutte le mafie. Il bellissimo spot per promuovere l’iniziativa, con i bambini che calzano le scarpe delle vittime che continueranno a camminare con le loro gambe, ci ricorda la carneficina compiuta dai killer della mafia.
Ma ci sono tantissime vittime non conosciute che gridano, con altrettanto dolore, giustizia.
Sono le vittime degli sversamenti di rifiuti tossici avvenuti in provincia di Caserta; sono le vittime di chi illegalmente compie atti contro l’ambiente, forte di una capacità di governo del territorio che lo Stato non è riuscito ancora a conquistare; sono le vittime di una violenza quotidiana che non consente a tutti di esprimersi liberamente, anche semplicemente nel fare una passeggiata; sono le vittime di chi costruisce vasche per i bracconieri che fanno carneficina di specie protette; sono le vittime di una violenza continua ai nostri luoghi, alle nostre montagne, ai nostri fiumi; sono le vittime di una cappa malefica che non consente alla nostra economia di crescere in un rapporto armonico economia-ecologia; sono le vittime del caporalato, in primis gli extracomunitari, che vivono condizioni disumane, assurde per un Paese chi si definisce “civile”.
“Se ha un senso fare politica – continua Falco - non si può non assumere la lotta alla camorra e a tutte le camorre quotidiane che avvelenano la nostra vita come una priorità assoluta. E’ bene combattere chi in politica propone la coesistenza, specie quando a dirlo è il Ministro per le infrastrutture. Bisogna, invece riprendere questa battaglia, con Libera, con chi ne ha fatto una ragione di vita. La Chiesa, i Partiti politici, le migliaia di Associazion, lo Stato devono riprendere con forza questa battaglia che è innanzitutto culturale. Altrimenti il sacrificio di quelle vittime, di quelle scarpe vuote, di persone come Falcone e Borsellino sarebbe stato davvero inutile”

Verdi: con le primarie anche le secondarie;

Sono partite le primarie a Caserta e le cinque candidature sono tutte rappresentative e di prestigio. L’Unione, dopo, sarà più forte e pronta a vincere la partita più importante, strappare anche il Comune di Caserta al centrodestra e ricostruire la filiera istituzionale avendo omogeneità politica al Comune, in Provincia e in Regione. Per fare un salto di qualità, per una nuova governance delle città, che con l’Unione dovranno essere più belle e più vivibili.
Per questo i Verdi, non avendo un proprio candidato, avendo lavorato in modo responsabile a che le primarie risolvessero il rischio di una divisione sui nomi, riaffermano il principio dell’unità dell’Unione, non solo a Caserta ma anche in tutti gli altri Comuni che vanno al voto, riaffermano l’esigenza di concentrare l’attenzione sui temi e sui programmi per costruire la Caserta futura e sceglieranno il candidato che sottoscriverà il programma ambientalista.
I nostri punti programmatici sono:
1) Destinazione urbanistica F2 per l’area MACRICO. Verde pubblico con il solo recupero delle costruzioni esistenti e Orto Botanico della SUN, come da progetto proposto dal Comitato MACRICO. Esproprio dell’area utilizzando finanziamenti comunitari (FESR).
2) Piano Urbanistico Comunale di recupero: attualmente Caserta ha circa 80.000 abitanti, mentre il vigente P.R.G. ne prevedeva 100.000. Non va ipotizzato alcun aumento di vani, ma il solo recupero dell’esistente, applicando i Piani di Recupero in modo legittimo e rigoroso (e non come generalizzati abbattimenti e ricostruzioni del tessuto storico) e utilizzando per l’edilizia economica e popolare i centri storici. Potenziamento della “città pubblica” (scuole, impianti sportivi aperti a tutti, verde pubblico).
3) Decretare la definitiva chiusura delle cave e dei cementifici nel territorio comunale, perché incompatibili con il Nuovo Policlinico e con il Parco Urbano dei Tifatini, nel quale devono essere inclusi il Parco dell’Acquedotto Carolino e l’area MACRICO.
4) Risanamento del bilancio con l’eliminazione degli sprechi (vedi consulenze e affitti sedi) e avvio delle procedure per la revoca delle privatizzazioni della riscossione dei tributi, delle multe, della gestione della rete della pubblica illuminazione.
5) Nuovo appalto per la raccolta differenziata dei R.S.U. (l’attuale è scaduto ed è attualmente in proroga) garantendo la funzionalità delle filiera per il recupero e la raccolta condominiale, con chiusura del sito di stoccaggio “temporaneo” presso lo Uttaro.
6) Mobilità sostenibile, con chiusura totale al traffico del centro urbano e potenziamento del trasporto pubblico alternativo (biciclette, bus elettrici, ecc.).
Insieme alle primarie, quindi, ci interessano anche le secondarie.
Su questi temi cercheremo il confronto con tutti i candidati che dovranno conquistarsi il nostro elettorato, non solo dicendo di condividere i punti, ma spiegandoci come fare per raggiungere gli obiettivi.
Poi ciascuno lavori per vincere la vera competizione di maggio.

Dopo Caserta, unità dell’UNIONE in tutti i Comuni

Stamattina l’Unione ha dimostrato all’Auditorium di Via Ceccano che è fondamentale tenere insieme i Partiti del centrosinistra, non solo per battere i governi della Cdl e riparare i disastri che hanno combinato a tutti i livelli, ma per far ripartire l’Italia e per costruire città più belle e più vivibili.
I cinque candidati alle primarie di Caserta, nei loro interventi, hanno, con i diversi accenti che sono propri della personale storia politica e umana, rappresentato esattamente questo ed è stato positivo che tutti abbiano affermato che, chiunque vincerà, rappresenterà tutto il centrosinistra e la voglia che i casertani hanno di cambiare le cose.
Un successo per tutti i Partiti dell’Unione che hanno saputo, tra mille difficoltà, trovare la strada per tenere insieme queste istanze. Un successo per i Verdi che hanno dato un determinante contributo a che questo si realizzasse.
Ma non basta averlo fatto a Caserta.
Un gruppo dirigente all’altezza di questo compito deve tentare di farlo dovunque, a Casagiove come a San Nicola La Strada, a Capua come a Piedimonte Matese, a Maddaloni come a Marcianise e ai tantissimi piccoli Comuni che vanno al voto a maggio.
E’ per questo che bisogna calendarizzare da subito, nonostante sia partita la campagna elettorale per le politiche, anzi a maggior ragione visto che è una battaglia fondamentale da vincere a ogni costo, una serie di incontri tra le segreterie provinciali e dirigenti locali per dipanare la matassa dei veti incrociati che vede, purtroppo, il centrosinistra diviso dovunque.
“Ancora una volta i Verdi – afferma Enzo Falco - vogliono dare un contributo fattivo in questo senso e sono disposti a ritirare l’appoggio a tutti i designati candidati Sindaci pur di favorire la discussione e ritrovare la strada maestra per costruire, anche a livello locale, l’unità dell’Unione. Ci aspettiamo – continua Falco - un analogo comportamento anche dalle altre forze politiche”.
Quanto è avvenuto a Caserta ci deve insegnare che non bisogna mai smettere di confrontarsi, mai smettere di cercare l’UNIONE.

La crisi agricola e ambientale della provincia di Caserta

E’ sotto gli occhi di tutti la grave crisi agricola che sta investendo le aziende casertane e i prodotti leader di questo comparto, a partire dalla mozzarella di bufala. Alla crisi che è produttiva, di commercializzazione e finanziario/bancaria fa da contraltare il fatto che i consumatori trovano sui mercati questi prodotti a costi esorbitanti. Alla fine sono penalizzate contemporaneamente le imprese agricole e gli acquirenti finali. Dove va a finire il “valore aggiunto”, cioè lo scarto tra i 5 centesimi pagati ai contadini per un mazzo d’insalata e i 2,5 euro che pagano i consumatori? Va a finire nell’infinita serie di passaggi che queste merci fanno per arrivare sulle nostre tavole. Il danno è doppio. Da un lato le imprese agricole, che hanno fatto investimenti notevoli per ammodernare le proprie aziende esponendole sul piano finanziario alle banche che oggi presentano il conto e attivano i procedimenti esecutivi di sequestro (vedi lo sciopero della fame che ha visto impegnati alcuni produttori agricoli, vedi gli scioperi e la disperazione dei tanti allevatori bufalini), devono svendere i loro prodotti frutto del loro sudore e di un’antica sapienza; dall’altro i consumatori vengono depauperati del loro potere d’acquisto attraverso l’abonorme aumento del costo che queste merci hanno sui banconi.
Siamo, come sempre, al paradosso che i meccanismi distorti di un mercato apparentemente libero che qualcuno vorrebbe ancora più libero, ma che libero non è, rende più poveri gli agricoltori e i consumatori (quelli a stipendio fisso che pagano le tasse e non riescono ad arrivare alla fine del mese) e arricchisce speculatori, commercianti disonesti, trasportatori (che inquinano), banche che sono agevolati direttamente o indirettamente dal fisco. Siamo alla metafora del Robin Wood all’incontrario, si toglie ai più poveri e si da ai più ricchi (che pagano poco e non pagono affatto le tasse).
Il governo Prodi ha tentato, sotto la forte spinta delle forze della Sinistra Arcobaleno, purtroppo timidamente di mettervi riparo, ma si sa come sono andate le cose. Quella strana zona grigia al “centro” che cura interessi che guarda caso vincono sempre, qualunque schieramento vinca le elezioni, nel timore che bisognava finalmente dare respiro ai salari e agli stipendi per restituire il maltolto (strano che le politiche di riequilibrio e di distribuzione della ricchezza debbano arrivare sempre nel secondo tempo che, peraltro, non arriva mai), fanno cadere il governo per condizionare e subordinare gli aumenti legittimi alla maggiore produttività (si defiscalizzano solo gli straordinari).
Naturalmente le imprese agricole casertane pagano anche il conto della grave crisi ambientale e dei rifiuti della nostra provincia che stenta ancora ad essere risolta. Questa grave crisi che riguarda quasi il 16% della ricchezza prodotta in Terra di Lavoro dovrebbe essere affrontata con una determinazione pari a quella del dopoguerra mentre assistiamo a politiche da pannicelli caldi assolutamente inadeguati.
Allora che fare?
Al di là delle discussioni sui massimi sistemi che presupporrebbero una politica “forte” e fortemente impegnata, una piccola concreta idea può venire dai GAS (Gruppi di acquisto solidali). La Sinistra, L’Arcobaleno li ha proposti nel proprio programma. Ci sono gruppi di cittadini/consumatori che acquistano direttamente presso le aziende agricole, avendole visitate e quindi conoscendo in loco i prodotti, generalmente autoctoni e tipici, ottimizzando la domanda e l’offerta e calmierando i prezzi. Ce ne sono diversi che funzionano davvero bene, anche in provincia di Caserta. In questo modo abbiamo la quadratura del cerchio ed si attiva un processo virtuoso.
Gli agricoltori vendono ad un prezzo equo ma remunerativo; i consumatori acquistano a costi equi e hanno prodotti freschi che si sa da dove vengono e non hanno fatto il giro del mondo per arrivare sulle proprie tavole; non si da spazio agli speculatori; non si inquina l’aria con gli scarichi dei camion che vanno su e giù per l’Italia a portare i peperoni prodotti a Francolise in Piemonte per riportarli come peperoni tipici di Carmagnola sui banchi del Centro commerciale di turno. In questo modo non aumenta il PIL (prodotto interno lordo), ma siamo tutti più felici.
Questo, ancora una volta, fa riferimento ad un diverso modello di sviluppo e ad una diversa costruzione della società.
Chi ha visto la trasmissione televisiva “Report” domenica sera ha capito che è il momento di scegliere tra chi persegue un modello che arrichisce i pochi a danno dei molti e, pur di aumentare il PIL è disposto a passare sulla testa degli esseri umani, rovinando in modo irreversibile l’ambiente, e chi vuole difendere gli interessi dei tanti e della terra che ci è stata lasciata in prestito dai nostri padri e che abbiamo il dovere di lasciare ai nostri figli.
Votare è una scelta. Scegliere bene è un investimento per il futuro.

Caserta, 18/03/08

Intervista a Enzo Falco, ancora sui rifiuti

Ancora polemiche su “Lo Uttaro”, ancora polemiche sui rifiuti, anche nei vostri confronti. Perchè?
I rifiuti sono una materia difficile da trattare perchè la questione si è incancrenita per errori di tutti, paradossalmente anche da parte nostra che, a distanza di 10 anni, abbiamo avuto ragione contro la scellerata impostazione del piano Rastrelli. Noi siamo contrari a “Lo Uttaro” e lo testimoniano le battaglie fatte dal nostro Antonio Roano di San Nicola, senza il quale, probabilmente non sarebbe proprio nato il movimento di lotta. Ma vi hanno contribuito anche i Verdi di Maddaloni e quelli di Caserta. Ora, però, è giunta l’ora di risolvere una volta e per sempre questo problema seguendo strade innovative su base provinciale.

Intanto c’è anche questa tegola della “segnalazione” di De Biasio da parte di Pecoraro...
Non so con precisione cosa possa aver determinato questo fatto. So che nessuno di noi conosceva questo signore, nè risulta tesserato con i Verdi. Tra le altre cose stava nel Commissariato rifiuti dal 2004, ben prima delle elezioni politiche, prima che Pecoraro diventasse Ministro. Naturalmente, da garantisti, speriamo possa dimostrare l’estraneità agli addebiti che gli ha fatto la Magistratura che ha, in ogni caso, il merito di aver scoperchiato l’ennesima pentola che vede questo settore ancora collegato alla camorra. Un motivo in più per intervenire e risolvere definitivamente il problema. Dobbiamo sottrarre questo business alla camorra.

Si è tenuta l’Assemblea con Bertolaso. Qual è il suo giudizio?
L’assemblea si è svolta correttamente, nel senso che si è riusciti a porre tutte gli interrogativi che la scelta di “Lo Uttaro” ha suscitato. Quelle domande, però, avrebbero meritato risposte puntuali. Bertolaso non le ha date e, purtroppo, ha attaccato “gli spioni” che hanno portato la stampa estera in Campania. Quel tour è stato organizzato e guidato da Antonio Graziano, giornalista e responsabile dei Verdi di Casaluce, cui naturalmente, va la solidarietà della Federazione dei Verdi di Caserta e un grazie per lo splendido lavoro di controinformazione fatto. Tra le altre cose era stato posto l’accento non solo sui rifiuti solidi urbani ma anche e soprattutto su quelli industriali, di cui nessuno parla mai. I Verdi lo fanno...

Ma si riuscirà mai a risolvere questo problema? La gente non ne può più...
Se, invece di litigare un giorno si e l’altro pure, la Politica avesse la determinazione di trovare le soluzioni giuste, sicuramente ci riusciremmo. Vorrei ricordare l’articolo che feci qualche tempo fa (peraltro pubblicato solo da “Il Giornale di Caserta”), col quale lanciavo già, in tempi non sospetti, l’allarme sulla imminente precipitazione della situazione e sulla latitanza dei partiti.
Aspetto ancora l’istituzione di un tavolo di lavoro che, più che riscrivere il piano provinciale, definisca una strategia per risolvere in via definitiva l’emergenza rifiuti. Le linee guida dovrebbero essere: due buste secco-umido col “porta a porta”, piccoli impianti per fare compost di qualità per l’agricoltura, piccoli impianti per il recupero delle frazioni nobili, piccoli impianti finali (trattamento a freddo e/o dissociatori molecolari), una discarica di servizio per gli scarti finali. La scelta dei siti di questi piccoli impianti va definito con le comunità locali, in modo partecipativo, attraverso un percorso di Agenda 21 locale, come ha fatto la Provincia di Torino. Per la fine dell’anno saremmo venuti finalmente a capo del problema, escludendo una volta e per sempre la camorra da questo settore ed evitando un altro ecomostro come l’inceneritore di Santa Maria La Fossa.

Sembra troppo semplice. Perchè secondo Lei non ci hanno pensato mai?
Intanto le soluzioni semplici sono sempre le migliori. Forse non determinano grandi business, ma risolvono i problemi. Poi c’è bisogno di determinazione nel perseguirle. Tutti devono diventare protagonisti di questa inversione di tendenza, a partire dall’attribuzione dell’assessorato ai rifiuti direttamente ai Sindaci. Poi bisognerebbe abolire subito i Consorzi. I Sindaci e i cittadini di ogni comunità devono comprendere che la priorità assoluta delle politiche comunali è la raccolta differenziata e vi ci devono dedicare tempo ed energie. Naturalmente senza affidare nuovi incarichi a pseudo-esperti, senza determinare nuove spese. La Provincia di Caserta, deve accompagnare questo percorso, deve sviluppare una vera e propria regia, in coerenza esattamente con il contestato protocollo d’intesa.

La crisi della politica dipende dalla mancanza di regole

E’ del tutto evidente che c’è una crisi della politica. Da che cosa dipende?
Ho consigliato in diverse occasioni la lettura di un libro di Mauro Calise “Terza Repubblica. Partiti contro Presidenti”. Quello che è in crisi è il “processo decisionale”, chi fa cosa. I partiti non svolgono il loro ruolo di guida “politica”, i consiglieri vivono una separatezza e una condizione di “parenti poveri” rispetto agli assessori; questi ultimi sono tra l’incudine e il martello tra le assemblee elettive e i Presidenti/Sindaci investiti di poteri straordinari. A questo punto è inevitabile che i Partiti perdano autorevolezza, tutti sono contro tutti e, in mancanza di una guida politica, di una “cabina di regia” le decisioni si prendono in altri luoghi.

A complicare le cose ci si è messa anche la questione femminile…
Esiste una questione femminile e una questione giovanile, ma esiste la questione generale, di cui parlavo prima, della crisi della politica che, ricordo a tutti, ha l’unico compito di risolvere i problemi ai cittadini in una logica di “alta” mediazione tra i diversi interessi che ci sono all’interno di una comunità, piccola o grande che sia. Se questo è l’obiettivo, allora appare mal posta la questione femminile che non può tradursi in un aspetto lobbistico, è risolta se c’è un assesora in più. In questo modo la si derubrica a mera rivendicazione categoriale. Lo dico a nome di un partito che ha le carte in regola su questo punto, l’unico partito che ha avuto un segretario nazionale donna, Grazia Francescano. Il coordinamento delle donne dell’Unione deve alzare il tiro chiedendo di mettere in campo un grande progetto di partecipazione e di formazione al femminile, e deve dare un grande impulso alla soluzione dei problemi, politici e amministrativi. Poi deve portare questa battaglia all’interno dei partiti, altrimenti diventa un altro partito, creando ulteriore separatezza e allontanando l’obiettivo vero da raggiungere.

Vuole dire che le donne non sono all’altezza di ricoprire ruoli di responsabilità?
Potrei mai dire una cosa del genere, avendo un assessora regionale donna, Gabriella Cundari e una provinciale, Maria Carmela Caiola che hanno dimostrato e stanno dimostrando capacità straordinarie e un approccio molto concreto, dando un contributo essenziale allo sviluppo di politiche di sostenibilità con una capacità anche d’innovazione assolutamente originale? Dico semplicemente che i quadri politici (donne o uomini che siano) vanno formati in anni di esperienze, di battaglie, di attacchinaggio manifesti, di assemblee, di riunioni, di consigli circoscrizionali o comunali. Dobbiamo tutti insieme lavorare a che siano rimossi gli ostacoli alla partecipazione alla politica delle donne e dei giovani e questo non si risolve né con le quote rosa, né con quelle verdi.

Lucia Esposito si è dimessa ormai e Maria Carmela Caiola?
Lucia Esposito ha fatto bene; anche questo attiene al rispetto di quelle regole politiche senza le quali si aggiunge confusione a confusione. Il sottoscritto, quando era assessore provinciale, si è dimesso dopo un minuto che il mio partito me le aveva chieste. Sulla questione Caiola si è parlato impropriamente e a sproposito. Se, come tutti sanno, avrà l’incarico dal Ministero per l’Ambiente, questo non rafforza solo i Verdi e le politiche ambientali in provincia di Caserta, ma tutta la coalizione perché sarà il collegamento tra i territorio e il Ministro. E’ cosa utile o no? E che centra la questione femminile, visto che sarà protagonista femminile di una possibile rivoluzione copernicana nella questione delle bonifiche, sui parchi del Macrico, dei Monti Tifatini e su quello delle Soglitelle, sottratte alla camorra? Fino a quel momento resterà assessora all’ambiente e darà un contributo fondamentale, così come sta facendo, alla questione rifiuti.

A proposito di rifiuti ieri c’è stato un duro attacco di Pascarella a Pecoraro?
Non ho alcuna intenzione di rispondere alle polemiche, non serve. E’ paradossale, però, constatare che proprio noi Verdi che abbiamo avuto ragione su tutto in materia di rifiuti, veniamo attaccati perché siamo vicini alle istanze delle popolazioni e dei territori, in particolare quelli, tutelati non solo dallo Stato italiano ma anche dall’UE, destinati a Parchi e a Oasi naturalistiche. Io stesso il 3 giugno 2000 dissi a Bassolino di non firmare il contratto con la FIBE, avallando così tutta l’impostazione, sbagliata, del bando Rastrelli. Oggi quel contratto è stato risolto e siamo nella confusione più totale. Detto questo è chiaro a tutti che si devono aprire le discariche, ma perché non dare un segnale positivo alle comunità, effettuando bonifiche, progetti di sviluppo, garantendo sicurezza e mettendo in piedi una strategia che ci faccia uscire definitivamente dall’emergenza rifiuti a partire dalla raccolta differenziata. Ecco se dovessi chiedere una cosa al Sen. Pascarella, che stimo moltissimo, è di non attardarci in polemiche, intervenisse su Bassolino per accelerare le bonifiche a Lo Uttaro e desse un impulso attraverso il suo partito a che tutte le amministrazioni di centrosinistra attuassero subito la raccolta differenziata secco/umido. Anche in queste cose dobbiamo trovare i punti sui quali c’è accordo, non accentuando l’attenzione su quelli che ci dividono. Anche questo è fare politica correttamente. Noi siamo a sua disposizione per dare una mano (gratis).

Costi della politica e questione morale. Altri due temi scottanti?
Sono effettivamente due grandi problemi che accentuano la crisi della politica. Tra le altre cose c’è un rinnovato fenomeno di trasformismo che va fermato. Siamo troppo spesso all’impegno legato a “che cosa mi dai”? La nostra proposta è che bisogna fare anche delle modifiche legislative, eliminare le troppe compatibilità tra incarichi, bloccare il trasformismo, determinare una migliore selezione della classe dirigente, eliminando cristallizzazioni, determinare di nuovo un meccanismo di controllo sugli atti amministrativi. Poi bisogna assumere con forza la questione “etica” come elemento di forza della politica. Qui i partiti devono fare scelte coraggiose, anche rischiando di veder diminuiti i propri consensi. Nessuno può sottrarsi a questi due fondamentali impegni altrimenti sarà il disastro completo.

Che fine ha fatto il documento che avete presentato alle altre forze politiche de “L’Unione”?
Questo è un altro punto dolente. Dopo una serie di pubbliche manifestazioni di apprezzamento, siamo ancora nella condizione che aspettiamo una convocazione di una riunione interpartitica sull’argomento e aspettiamo allo stesso tempo che venga sottoscritto e “praticato” da tutte le forze politiche dal centrosinistra. Non sarà risolutivo di tutto, ma certamente consentirà di avviarci, tutti insieme, nella direzione giusta: riportare la politica nella giusta dimensione e soprattutto affrontare e possibilmente risolvere i tantissimi problemi della Provincia e della Città di Caserta.

L’ambientalismo del “fare” e il falso mito della crescita

E’ sotto gli occhi di tutti la stortura di uno sviluppo economico che si è voluto misurare e si continua a voler misurare solo ed esclusivamente con il reddito prodotto (Prodotto Interno Lordo):
1. le auto occupano gli spazi della città e hanno reso la nostra aria irrespirabile;
2. le risorse idriche ed energetiche, con il ritmo di consumo che abbiamo, che peraltro riguarda solo una parte del mondo, sono destinate a finire;
3. i rifiuti, al di là dei problemi di smaltimento che abbiamo già oggi, sono destinati a crescere vertiginosamente; stiamo facendo la fine della città di Leonia mirabilmente descritta da Italo Calvino;
4. negli ultimi 50 anni abbiamo perso circa 300 mila specie vegetali perdendo un patrimonio di biodiversità enorme e straordinario;
5. tutto questo riguarda, in particolare, una piccola parte del mondo mentre il resto vive nella più profonda delle povertà.
Che razza di mondo abbiamo costruito? Soprattutto se a fronte di questi aspetti negativi tutti, nessuno escluso, parlano solo ed esclusivamente di una maggiore “qualità della vita”.
Eppure già Antonio Genovesi nel XVIII secolo, da Napoli, parlava di economia civile e del fatto che l’aumento oltre una certa soglia del reddito pro-capite non aumenta la felicità, né la “qualità della vita”.
Analizziamo quanto sta succedendo:
a. la capacità produttiva aumenta sempre di più;
b. non aumenta invece il numero di compratori perché la ricchezza si concentra nelle mani di pochi;
c. se il mercato non si espande numericamente e geograficamente è chiaro che deve accelerare temporalmente.
Questo avviene attraverso due meccanismi:
d. l’innovazione continua dei prodotti che rende rapidamente obsoleti quelli “vecchi”;
e. cambia la scala dei valori: l’oggetto non ha più un “valore d’uso” ma è funzionale all’apparire e assume un “valore simbolico” quindi destinato velocemente ad invecchiare.
Se queste sono le storture del nostro modello di sviluppo che ci da ricchezza (a pochi per la verità) e non “qualità della vita/felicità” è ovvio che bisogna pensare ad un modello di sviluppo diverso.Per dirla con Pasolini dovremmo puntare al progresso più che allo sviluppo ed in ogni caso ad uno sviluppo che non abbia come parametro di valutazione solo la ricchezza prodotta (PIL).Dobbiamo promuovere la crescita di una economia parallela incentrata sul “valore d’uso”; promuovere le attività che producono tasselli di qualità della vita anziché merci destinate al solo consumo:
- manutenzione urbana, cura del territorio;
- educazione/istruzione e cultura;
- ricerca tecnologica ad alto contenuto ambientale e industrializzazione endogena;
- riscoperta e valorizzazione intelligente, utilizzando in positivo le nuove tecnologie, dei saperi tradizionali;
- trasporti e mobilità ecocompatibile;
- aumento delle zone pedonalizzate e uso di bici, bus e auto ecologiche;
-.agricoltura di qualità come presidio ambientale del territorio.
Tutto questo è possibile se si riesce a comporre preventivamente gli interessi dei soggetti sociali, economici e produttivi che, di norma, confliggono per poi ricomporsi solo a valle di una dura competizione.E’ ovvio che per determinare questa composizione preventiva bisogna attivare i meccanismi di partecipazione attiva e costruttiva non solo del mondo dell’offerta mossa dal motore del profitto, ma anche e soprattutto dei cittadini, singoli o associati che non possono piegarsi alle sole logiche del profitto e del “dio denaro” che tutto “consuma”.
Tutto questo si chiama sviluppo sostenibile.
Non capisco, quindi, cosa significhi “ambientalismo del fare”. Mi piacerebbe sapere se concordano le Associazioni ambientaliste: se condividono l’Alta velocità in Val di Susa (senza se e senza ma), se concordano sul Cip6, sull’energia nucleare, sui rigassificatori, sul carbone “pulito (sic!), sulla base di Vicenza, sul Ponte sullo Stretto di Messina, sulla riduzione della Valutazione Ambientale Strategica a mero sigillo e via libera a tutto. Credo che su queste cose bisognerebbe avere una Sinistra che possa dire ancora e con maggiore forze moltissimi NO!, ma molti più SI! all’economia fondata sul “valore d’uso”. Questa è la differenza tra noi ed il Partito Democratico e più ancora con il PDL. Ma un altro grade NO lo dobbiamo dire al mito di una “crescita” che fa crescere solo i profitti e non anche l’occupazione, la qualità della vita, l’istruzione, i valori umani.
”la Sinistra, l’Arcobaleno” deve contribuire, con la partecipazione attiva di tutti, alla costruzione di quelli che sono stati definiti gli “Atelier del futuro”. Veri e propri laboratori “artigianali” di idee per un futuro migliore, se possibile per noi stessi, ma soprattutto per le future generazioni, esattamente nella logica di uno sviluppo sostenibile che non distrugga la terra e che redistribuisce la ricchezza, a partire dai più poveri, dai più deboli. Questi ultimi vogliamo continuare a rappresentare.