venerdì 16 gennaio 2009

I sapori della provincia di Napoli

Parigi val bene una messa…anzi una partecipazione della Provincia ad uno dei più importanti e interessanti saloni della enogastronomia, il Salone Saveurs che si è tenuto a Parigi dal 6 al 9 dicembre u.s.. In questi quattro giorni i francesi ( soprattutto operatori, giornalisti e addetti ai lavori) hanno potuto degustare mele annurche, limoni di sorrento, olio della penisola, pasta di Gragnano, pomodori san marzano e pomodorini al pennolo, provolone del monaco e tanti tantissimi altri prodotti.Nessuna provincia o regione nel mondo ha tanti prodotti di qualità. E nessuno ha un così forte legame con il territorio, con le sue bellezze naturali, archeologiche, monumentali. Una storia millenaria che può rappresentare il valore aggiunto di qualunque prodotto in una dimensione biunivoca dove si valorizzano entrambi ciascuno rispetto all’ altro. Tre sono stati in particolare i momenti importanti, al di là della consueta esposizione dei prodotti. Nel Grand Hotel Ritz di Parigi, in una delle più belle sale che affaccia sul giardino interno, l’ assessore all’ agricoltura della Provincia di Napoli, Enzo Falco, insieme al giornalista del Touring Club Luigi Cremona, hanno presentato la provincia e i prodotti legati ai diversi territori della provincia stessa.Napoli, i Campi Flegrei, il Vesuvio, le isole di Ischia, Procida e Capri, ecc… hanno esercitato un fascino particolare sui cinquanta tra operatori e giornalisti specializzati presenti.“ E’ stato davvero vincente - ha affermato Enzo Falco- l’ abbinamento prodotti – territorio e dare una dimensione innovativa della promozione” .Sempre al Ritz, Marco Sabellico del Gambero Rosso e Luigi Moio, professore di enologia alle Università di Napoli e di Foggia, hanno dato un panorama davvero completo del settore vitinicolo, non solo sul piano della degustazione ma anche e soprattutto sul piano scientifico e della ricerca sulla vite. Un vero e proprio successo, non solo dei vini dell’eccellenza che ormai annoverano tantissime etichette, ma anche dei vini che hanno un buon rapporto prezzo/qualità. Falanghina, Biancolella, Greco e Fiano per i vini bianchi, Piedirosso e Aglianico per i rossi, è stato importante dare il segno di una viticoltura che si fonda su vitigni autoctoni, esistenti prevalentemente solo in Campania. Il fatto poi che ci sono ormai tantissime aziende che stanno lavorando sulla qualità è stato l’ulteriore elemento di distinzione di una enologia che, partita in ritardo rispetto ad altre regioni, oggi sta facendo passi da gigante e può aspirare tranquillamente a giocare un ruolo importantissimo per fare da apripista a tantissimi altri prodotti che possono essere esportati all’estero.Grande serata, infine, al ristorante Il Cortile di Alain Ducasse, il più grande chef francese che sta da anni promuovendo i nostri prodotti e in generale quelli mediterranei, che, insieme a Gennaro Esposito di Torre del Saracino, hanno interpretato magistralmente i prodotti Campani. “Un bilancio assolutamente positivo - ha aggiunto l’ assessore Enzo Falco - il tempo è maturo però per lavorare ad un accordo di programma interistituzionale e interprofessionale perché la Campania sia presente, con una strategia unica, a tre grandi eventi internazionali, tre grandi eventi nazionali e possibilmente tre grandi eventi a Napoli e in Campania. La fortunata circostanza di avere, il prossimo anno, il congresso internazionale di Slow Food, sarà un’occasione formidabile per rilanciare il ruolo internazionale di Napoli e della Campania nel mondo. Non si potrà perdere l’occasione di mettere a punto una strategia di promozione dei nostri prodotti all’estero e di promuovere il territorio in senso turistico. Quella messa a punto dalla Provincia di Napoli va esattamente in questa direzione.Parigi ha rappresentato non solo la possibilità di penetrazione commerciale verso il paese che prima degli altri ha fatto della cultura enogastronomica la propria bandiera, ma ha sviluppato la possibilità di veicolare turismo francese verso la nostra provincia attraverso un’offerta più affascinante. Si è voluto promuovere il turismo culturale, naturalistico, agrituristico, enogastronomico. Un turismo intelligente, non aggressivo, possibilmente interessato a visitare i luoghi in periodi di non affollamento. La strategia si completerà con la visita di otto giornalisti di altrettante testate francesi specializzate che visiteranno, “gusteranno” il territorio e gli itinerari presentati a Parigi per parlarne e proporli ai propri lettori.Il passo successivo è organizzare dei veri e propri pacchetti turistici da proporre ai vari operatori. Un’occasione importante sarà il prossimo varo da parte della Regione Campania delle strade del vino. In provincia di Napoli ne avremo quattro: Vesuvio, Penisola sorrentina, Ischia e Campi Flegrei.Lo sforzo che dovremo fare è quello di saper coniugare, come dice un grande sociologo rurale, il prof. Barberis, “paesaggi e formaggi”, “panorami e salami”, in cui l’agricoltura e gli agricoltori potranno, dopo anni di abbandono, ritornare ad essere protagonisti di uno sviluppo integrato che, senza voler guardare indietro, possa essere ecocompatibile e sostenibile perché diventa fattore di riqualificazione di un territorio straordinario, troppo spesso ferito e abbandonato a se stesso. La nuova agricoltura può rappresentare un fattore determinante per lo sviluppo del nostro territorio se si metteranno in campo le strategie che, a partire da Parigi, la Provincia di Napoli a messo a punto. Sono, come è stato sancito con un protocollo d’intesa tra il mondo agricolo e quello della ristorazione e dell’ospitalità, “I SAPORI DELLA PROVINCIA DI NAPOLI”. Senza dimenticare che dietro ai sapori … ci sono tantissimi saperi da valorizzare.