venerdì 16 gennaio 2009
Le vie del latte
Le vie del latte, un’altra delle grandi intuizioni ed iniziative di Slow Food, richiamano un po’ la più famosa via lattea, con i suoi risvolti astronomici, ma anche sacri. E non c’è qualcosa di magico e sacro nella capacità dell’uomo di trasformare un prodotto straordinario come il latte in tanti altri non meno straordinari come i formaggi, freschi o stagionati che siano? Dietro a questi sapori c’è tutto il lavoro di tutela delle razze, bovine, ovine, caprine, curando nei minimi dettagli i foraggi più adatti per la loro salute che ritroveremo intatti nei profumi e nel gusto dei relativi formaggi. E ancora la sapienza dei casari nel dare forma e sostanza a questo lavoro certosino e nel richiamare, al di là della globalizzazione, la fortissima componente territoriale che ogni prodotto ha in sé e che conserverà gelosamente come valore aggiunto che funziona in modo biunivoco, dal prodotto al territorio e viceversa.Raccontare queste storie, farle vivere non è solo un fatto di promozione (dei prodotti e del territorio), ma è il recupero di una idea di vita che abbiamo smarrito, stiamo lentamente cercando di recuperarla, dovremo fare ancora moltissimo per farla affermare; si muove in una logica di sviluppo sostenibile e quindi di modello di sviluppo più in armonia con l’ambiente e con la necessità di risolvere le ancora troppe disuguaglianze sociali che ci sono.In Provincia di Napoli c’è la famosissima mozzarella di bufala, ma è più interessante per noi, dare visibilità al fior di latte di Agerola, ai caprini e al provolone del monaco della Penisola Sorrentina. I Monti Lattari sono un grande territorio che guarda dall’alto la straordinaria e più fortunata costiera sorrentina, in un susseguirsi di viste mozzafiato, ma ancora di più conserva i saperi e i sapori che fanno grande il turismo in quell’area. Ma non sempre il turismo ne ha consapevolezza e non sempre stabilisce un rapporto di mutuo soccorso, non capendo che il mantenimento di quella zona pedemontana e montana è esattamente omologa al mantenimento del turismo costiero.Vorremmo dare visibilità al lavoro che stiamo facendo sul recupero della razza bovina agerolese (sta solo sui Monti Lattari), a quello per il recupero della capra napoletana, a quello della tutela e conservazione delle essenze floristiche come patrimonio di biodiversità, alle straordinarie bellezze ambientali e paesaggistiche. Per fare questo dobbiamo dare riconoscimento reddituale e sociale agli uomini e alle donne che ancora, tra mille sacrifici, continuano a restare in montagna. Tutti devono sentirsi impegnati rispetto a questo obiettivo.La speranza è che le vie del latte, così come la via lattea, ci indichi il percorso migliore per arrivarci.