venerdì 16 gennaio 2009

Intervista a Vincenzo Falco Assessore all’agricoltura e sviluppo sostenibile della Provincia di Napoli

Da Sorrento al Vesuvio, da Capri a Ischia e Procida trionfa il gusto. I sapori della provincia di Napoli in vetrina a Grosseto.L’impegno della Provincia di Napoli in una kermesse di grande respiro, Festambiente, ormai alla 14.ma edizione, nel cuore della Maremma toscana, ha confermato la grande attenzione del pubblico rivolta ai prodotti tipici della terra del sud ma in molti casi ai più del tutto sconosciuti. Abbiamo chiesto all’Assessoreagricoltura e sviluppo sostenibile dell’Ente di Piazza Matteotti, Vincenzo Falco, quali i criteri che hanno guidato la partecipazione a Festambiente?
Falco:Il progetto “I sapori della provincia di Napoli” rappresenta una occasione per innescare un meccanismo nuovo e produttivo attraverso un vero e proprio “riconoscimento” rivolto a pizzerie, trattorie, ristoranti, alberghi e piccoli esercizi commerciali specializzati che sottoscriveranno un codice di comportamento, da monitorare nel tempo e basato su alcune semplici “regole”.La grande cucina nasce nei campi, dove gli agricoltori hanno saputo trarre dalla terra prodotti unici che bisogna difendere e sviluppare sempre più.La grande tradizione gastronomica però è anche quella dei prodotti del nostro mare, in particolare il pesce azzurro troppo spesso sacrificato in nome di una progressiva omologazione del gusto. Solo dalla unificazione di questi mondi, dalle diverse intelligenze che esistono, è possibile rilanciare un “marchio” di qualità territoriale. La scommessa è quella di costruire un’alleanza tra mondo agricolo che deve puntare sempre più sulla qualità dei prodotti, mondo della trasformazione dei prodotti agricoli che deve puntare su sistemi innovativi e rispettosi delle qualità originarie, e mondo della ristorazione che deve sempre più utilizzare, interpretandole al meglio, le grandi qualità dei prodotti tipici e tradizionali. La Provincia di Napoli sosterrà questo dialogo e questa alleanza strategica.
Quali i vantaggi di questa iniziativa?Falco: I vantaggi di questo progetto, che con dedizione stiamo seguendo e curando da due anni, sono legati alla costruzione della “filiera breve” aziende agricole - aziende commerciali con enormi benefici per le stesse realtà produttive e per i consumatori porteranno in progressivo ad una maggiore qualificazione di entrambi i settori che incominceranno a parlarsi direttamente e con il conseguimento di un maggior valore aggiunto legato alla specializzazione e all’identificazione territoriale. Un altro elemento di valore aggiunto si potrà conseguire dalla comunicazione istituzionale messa in campo dalla Provincia, come identificazione dell’istituzione presente sul territorio, che attuerà codificazione mirata elaborando una guida sui sapori della provincia ed inserendo i nominativi degli aderenti nel proprio sito web, curando in modo particolare poi tutti i momenti fieristici ed espositivi cui normalmente partecipa l’Ente di piazza Matteotti.
Avete già disegnato una mappa tematica rivolta all’utenza da gestire?
Falco: Abbiamo determinato cinque circuiti diversi e schematizzati secondo un criterio di pertinenza tematica di grande fruibilità per gli utenti che verranno coinvolti,- il circuito dei prodotti dell’eccellenza (cibo-vino) elaborati dai grandissimi cuochi che rileggono la cucina regionale dandogli respiro internazionale;- il circuito dei prodotti di qualità, interpretati dai tantissimi ottimi ristoranti, nel rispetto della tradizione regionale;- il circuito delle trattorie e delle pizzerie di qualità in alternativa al fast-food che, partendo dall’uso di prodotti tipici, possano offrire un giusto equilibrio tra qualità e prezzo, nei tempi sempre più veloci della società moderna;- il circuito degli alberghi dove troppo spesso, in nome di una falsa interpretazione del gusto internazionale, si sacrificano le produzioni tipiche locali non cogliendo invece la grande attenzione dei clienti che sono sempre più attenti al gusto legato al territorio;- il circuito dei piccoli negozi, già penalizzati dalla prepotenza della Grande Distribuzione, che possono ritrovare un proprio ruolo proprio nella specializzazione legata alla distribuzione dei prodotti tipici e tradizionali;- il circuito degli agriturismo su cui dovrà innescarsi un meccanismo ancora più coerente nel proporre i prodotti della terra, utilizzando anche uno scambio in rete dei propri prodotti agricoli.Domenica 25 agosto si è conclusa Festambiente a Grosseto, la chiusura della manifestazione è stata dedicata ai prodotti della “nostra terra” illustrati in un percorso degustativi che hasuggellato gli interventi dell’antropologo dell’Istituto Suor Orsola Benincasa Marino Niola, dei giornalisti de il Mattino e della stampa specializzata Ciro Cenatiempo e Pasquale Palma ed ha raccolto l’esperienza di “operai dei sapori” come Lei li ha giustamente definiti in altre occasioni, quali Riccardo D’Ambra da Ischia. Nell’ntervento al Convegno “I sapori della provincia di Napoli” Lei ha più volte sottolineato l’importanza dei prodotti come “segni” del territorio, ma quale è il bilancio di impatto di un’esperienza come quella fatta a Grosseto?Falco: “ La caponatina napoletana”, le freselle ed il pomodorino al piennolo del Vesuvio con l’olio Dop della Penisola Sorrentina, abbinati alla Falanghina Campi Flegrei delle “Cantine Grotte del Sole” insieme al Capri Doc de La “Capresnse” hanno troneggiato più che testimoniato l’enorme ricchezza di un territorio che non attende altro che essere esaltato nelle sue originarie vocazioni. Enorme successo è stato poi raccolto sempre durante la degustazione da un'altra elaborazione della cucina dei prodotti di eccellenza, la caprese con la mozzarella di bufala di Agerola in connubio con i pomodori “cuori di bue” e il basilico fresco di Sorrento, cui ha strizzato l’occhio un generoso Biancolella d’Ischia di Casa d’Ambra. Poi ancora la parmigiana di melanzane, le zucchine alla scapece, i peperoncini con pomodorini esaltati dalPiedirosso della Penisola Sorrentina della Cantina Iovine di Pmonte,ancora la pastiera gustata con il limoncello di Sant’Agnello della Cooperativa Solari e dal “Nucillo e’Curti” di Sant’Anastasia. Un trionfo di profumi ed aromi unici, che hanno conquistato il palato dei gourmet accorsi alla manifestazione nazionale di Legambiente.
Tanta l’affluenza di pubblico negli stand di Rispescia, ma quale è il livello reale di conoscenza dei prodotti del nostro territorio in altre zone di Italia?
Falco: Grande è la visibilità dell’oro rosso, il pomodoro San Marzano, ormai sedimentato nella mappa cognitiva dell’alimentazione a tutti i livelli,per il pomodorino al piennolo del Vesuvio il 35% dei soggetti intervistati e registrati attraverso questionari mirati sul prodotto ha mostrato di conoscerne provenienza e fruibilità,completamente sconosciuti il “provolone del monaco” e la marmellata di albicocche del Vesuvio cui sono stati dedicati due laboratori del gusto ad hoc il 17 agosto, altro capitolo di lavoro di comunicazione e promozione da fare è per la “mela annurca” di cui nelle altre regioni di Italia non si ha assolutamente conoscenza e che sarà invece protagonista al prossimo Salone del Gusto a Torino in ottobre, per continuare a lanciare in grande stile una campagna di promozione dei valori e dei saperi dei prodotti tipici del nostro territorio.