La questione rifiuti ristagna colpevolmente e la situazione diventa sempre più difficile. Da un lato si immaginava impropriamente un De Gennaro che, con la bacchetta magica, ci risolvesse i problemi davvero come San Gennaro (il legame con il messianico e il sovrannaturale è sempre molto forte), dall’altra si pensava che le drammatiche immagini che hanno fatto il giro del mondo riuscissero a scuotere gli animi e a mettere in moto un circuito virtuoso in cui ciascuno finalmente potesse fare, anziché le discussioni vuote e vacue sui massimi sistemi, quello che gli competeva. Le Istituzioni organizzare la logistica ed i cittadini la riduzione e la raccolta differenziata. Innanzitutto per ridurre i volumi di rifiuti e dare una mano a De Gennaro nel ridimensionare i volumi da eliminare dalle strade e poi finalmente per avviarsi verso la soluzione definitiva del problema.
In questa sede non voglio riparlare di rifiuti, ci sono le proposte, la strategia a breve, medio e lungo termine dei Verdi e della Sinistra Arcobaleno, vanno solo applicate, ma voglio mettere in luce l’altra faccia della medaglia che deve essere messa in evidenza per affrontare con decisione lo stesso problema dei rifiuti.
C’è un evidente interesse da parte dell’Autorità sanitaria, leggi il prof. Greco, a non creare allarmismo sulle patologie connesse alla vicenda spazzatura rispetto alla quale non ho nulla da eccepire se non per il modo col quale lo fa.
Evidentemente le patologie in alcune parti del territorio casertano possono essere connesse anche ad altri fattori critici, lo stesso traffico cittadino, l’alimentazione, il fumo ecc..
Ma questo non toglie nulla al fatto che un intero territorio, quel sito d’interesse nazionale, individuato ai sensi della legge 426/98, va velocemente bonificato.
Come vanno bonificati il Foro Boario di Maddaloni (chi lo deve fare la Recam?), lo Uttaro tra San Nicola e Caserta, la zona compresa tra Casal di Principe, Grazzanise e Santa Maria La Fossa.
E non c’è bisogno di tecnici o di esperti per capirlo. Qualunque cittadino va a visitare quei posti rimane semplicemente sconvolto dall’abbandono, dal non controllo e dal permanere di una situazione di inquinamento profondo non solo della falda acquifera, non solo dell’aria, ma della stessa anima di chi guarda.
Andate a visitare le discariche di Bortolotto, Sogeri, Parco Saurino 1 e 2, Marruzzella, Ferrandelle stessa…
Allora la domanda da porre è questa: è possibile chiedere sempre e solo ad un territorio martoriato ulteriori sacrifici senza che ci sia un’attenzione ed un rispetto a chi chiede da anni la bonifica, atteso che è stato acclarato anche da una legge dello Stato? Uno Stato equilibrato, che non sia “debole con i forti e forte con i deboli” riceve e da al tempo stesso, senza appalesarsi come un padre snaturato, che promette sempre i due tempi. Il secondo tempo per i “deboli” di solito non viene mai.
E ancora, è possibile che rispetto alla cronica incapacità delle classi meridionali di programmare per tempo le soluzioni ai nostri problemi, si possa pensare che ad un territorio, ad una Comunità si possa dare solo ed esclusivamente “monnezza” e non anche progetti di sviluppo, interventi di carattere sociale e culturale, scuole all’avanguardia. Quale triste destino devono subire oltremodo popolazioni laboriose che non vorrebbero essere ricordate solo per le montagne immani di spazzatura che le circonda?
E’ possibile che non si possano preventivamente comporre i conflitti con una strategia di attenzione vera che risolva i problemi ma resta attento alle esigenze reali di un territorio?
Per fare tutto questo serve una Politica “forte” e serve uno scatto d’orgoglio dei Casertani.
Intanto registriamo con interesse la prossima audizione che farà la Commissione ambiente regionale sulle bonifiche della provincia di Caserta e l’arrivo all’Assessorato all’ambiente regionale di Walter Ganapini (quello che ha risolto negli anni ’90 l’emergenza rifiuti a Milano).
Guai a pensare però che altri possano da soli, senza il nostro aiuto, risolvere gli atavici problemi che abbiamo.