venerdì 16 gennaio 2009

Il trenino di Avellino-Rocchetta Sant'Antonio

Al direttore del “Corriere del Mezzogiorno”
Egregio direttore,ho letto con interesse e stupore l’articolo, a firma Patrizio Mannu, sulle rassicurazioni date dall’assessore Cascetta sulla non chiusura della stazione ferroviaria di Avellino, pubblicato sul Suo giornale sabato 13 marzo u.s.Cascetta e le Ferrovie hanno un bel dire nel rassicurare il mantenimento della linea ferroviaria storica Avellino – Rocchetta – Sant’Antonio, il dato è che quella è una linea destinata a chiudere, al di là di studi di fattibilità che non porteranno a nulla, a meno che…A meno che non si trasformi in una strada del vino e del gusto irpino; a meno che non si trasformi in una formidabile occasione di rilancio del turismo naturalistico ed enogastronomico per le zone interne della Campania.La linea ferroviaria Avellino - Rocchetta – Sant’Antonio, infatti, prima di arrivare in provincia di Foggia, attraversa le tre zone DOCG della Campania, Greco di Tufo, Fiano e Taurasi; è una delle più belle dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, tra vallati e montagne di ineguagliabile bellezza; ha nel viaggio elettorale di De Sactis del 1875 un valore storico straordinario.Disperatamente sto cercando da tempo di far comprendere questa possibilità, approfittando anche delle risorse del Piano Integrato Filiera Enogastronomica che ha una buona dotazione e risponde esattamente alle finalità proprie del P.I. che vuole captare il flusso sempre maggiore di ecogastronomi che cercano territori che sappiano e possano esprimere le proprie identità, i propri valori, le proprie ricchezze di “saperi e sapori”.Chi più dell’Irpinia può farlo? Tra le altre cose riguarda un turismo colto, non necessariamente ricco ed esclusivo, che non aggredisce ma rispetta l’ambiente ed il territorio.Se riuscissimo a salvare un’antica e panoramica linea ferroviaria riuscendo finalmente a coniugare economia ed ambiente, dimostrando che è possibile farlo, la sfida diventa ancora più interessante.Basta un accordo di programma tra le Ferrovie, la Regione Campania, la Provincia di Avellino, ma soprattutto tra Enti ed Associazioni specializzate (Associazione Sommelier, Slow Food, Movimento Turismo del Vino, Città del Vino ecc..), tra soggetti privati disposti ad investire risorse economiche aggiuntive a quelle pubbliche. Bisogna costruire una rete di cantine, agriturismi, ristoranti, strutture artigianali di varie entità, capaci di offrire una vasta gamma di proposte turistiche, connesse alla già programmata Enoteca regionale e/o provinciale da fare ad esempio a Taurasi.Altro che storie di rami ferroviari secchi…Questa è la linea direttrice di un autentico sviluppo sostenibile.Verranno da tutto il mondo, ad “assaggiare”, rispettandole, le nostre terre…. Saluti cordiali Enzo Falco